Al seggio provvede sempre Pasqualone

PENNE – Il 2 maggio la commissione formata da Gabriele Pasqualone, Daniele Toppeta e Giovanni Severo, tutti consiglieri comunali di cui il solo Severo dell’opposizione (i supplenti sono Giancarlo Malachi, Remo Evangelista e Vincenzo Ferrante), nominerà i 56 scrutatori, 4 per ciascuna delle 14 sezioni elettorali, per le elezioni europee e regionali del 25 maggio.

“Nomineremo disoccupati iscritti al collocamento”, ha tenuto a precisare il sindaco Rocco D’Alfonso. Pasqualone, neo assessore ai lavori pubblici, era già designatore degli scrutatori nelle votazioni politiche del 2008 e per quelle relative al rinnovo del sindaco e del consiglio comunale del 2011. Per una questione di opportunità, l’assessore avrebbe fatto meglio a farsi sostituire nella commissione designatrice, essendo imputato in una vicenda penale che ipotizza la soppressione di un verbale di nomina degli scrutatori da parte dei componenti la commissione elettorale nella seduta del 19 marzo 2008 (insieme con Pasqualone, sono a processo gli allora consiglieri Core, Di Fabrizio e Di Paolo, l’ex sindaco Di Marcoberardino, oltre all’ex segretario della commissione, Silvi). “La commissione elettorale – spiegò Pasqualone dopo il rinvio a giudizio (a metà giugno nuovo round in tribunale, a Pescara) – con riferimento alle norme in vigore ha ampia facoltà di scelta degli scrutatori, potendosi spingere fino alla ripartizione politica, per il numero dei designandi, in base agli ultimi risultati elettorali. La commissione nel 2008 fece, come presumibilmente capita in tutte le altre commissioni, una riunione apprestando un brogliaccio che non ha nessun valore legale e tantomeno di verbale, unicamente al fine di darsi delle indicazioni per le scelte, prevedendo priorità per i disoccupati, giovani e per situazioni di famiglia: in ogni caso con il limite di un solo componente per famiglia. In quella occasione, i nominativi vennero dati da tutti i componenti la commissione come pura indicazione ai fini della verifica della scelta in rapporto ai requisiti di legge e cioè se i designandi fossero inclusi nell’albo degli scrutatori. Nel caso che ci viene contestato dalla procura della Repubblica, l’aspirante scrutatrice, alla verifica, necessariamente successiva allei indicazioni di massima, andava esclusa per essere già presente, fra gli altri nomi indicati, la figlia di costei non individuabile come tale per recare un diverso cognome e per essere ovviamente più giovane della madre. Vero è dunque che non sono stati mai fatti due verbali, ovviamente mai trovati, perché due non esistono”. Per gli investigatori, si trattò di un episodio che ribadiva il malaffare in atto al Comune di Penne come descritto nelle varie inchieste sfociate in processi ancora pendenti o con richieste di celebrazione: come per le villette in più di contrada Ossicelli, procedimento per cui il 13 maggio si esprimerà il giudice dell’udienza preliminare. L’accusa aveva chiesto il processo nel gennaio 2012. (B.Lup.)

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