Penne, gli istituti scolastici in mano a due soli presidi

PENNE Due presidi reggono tutte le scuole cittadine che accolgono circa 2000 studenti di cui 500 fra scuole materne ed elementari.

Il tutto a una settimana dalla riapertura: il 12 risuonerà la prima campanella nei tre istituti superiori. Non si registrano grosse preoccupazioni invece sul fronte dell’edilizia scolastica. Il problema è allora quello dei dirigenti scolastici mancanti dopo che sono andati in pensione Claudio Romagnoli, storico e pennese d’adozione preside dell’istituto tecnico Guglielmo Marconi ed il pescarese Angelo Vittorio Capotosti, che da oltre un decennio guidava il comprensivo Laura Ciulli Paratore. Ora, in attesa del 24 settembre quando il Consiglio di Stato deciderà sul concorso dei presidi annullato dal Tar, operano due dirigenti scolastici in prestito. E allora: Antonio Esposito, titolare del comprensivo di Catignano, è stato chiamato ad occuparsi anche di quelli pennesi Mario Giardini e dell’altro Laura Ciulli Paratore. Stesso discorso per Paolo Andrea Buzzelli, da qualche anno dirigente del liceo Luca da Penne e dall’anno scorso del liceo artistico Mario dei Fiori, designato a dirigere anche l’istituto tecnico commerciale e per geometri Guglielmo Marconi. Al liceo tre nuove classi sono state formate: due di scienze applicate, cioè senza lo studio del latino, ed una tradizionale. Quattro invece le prime classi al Marconi, un istituto che ha come corsi di studio, nell’area commerciale, l’amministrazione, la finanza ed il marketing, i sistemi informativi aziendali ed il turismo mentre per i futuri geometri la costruzione, l’ambiente ed il territorio. “Stiamo predisponendo-spiega Paride Solini, l’assessore al ramo- un intervento con l’ufficio tecnico per la manutenzione del verde e per le necessità che si dovessero rilevare. Al momento non abbiamo segnalazioni particolari dai presidi”. L’attenzione dell’opinione pubblica da tempo è rivolta al progetto di costruzione del nuovo istituto comprensivo Mario Giardini in via dei Lanaioli, trasferito dall’attuale via Caselli: un immobile ritenuto insicuro sotto il profilo sismico. Un’operazione contestatissima, ma l’amministrazione D’Alfonso va avanti.

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