LORETO APRUTINO : LA CONVENZIONE PER L’AFFIDAMENTO DELLA STRUTTURA ALL’ASP SULLA SCRIVANIA DI STARINIERI CHE NON LA FIRMA

È da almeno un anno che la convenzione proposta dal commissario dell’ASP (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona) per la riapertura della casa di riposo “Mariannina Acerbo”, giace, sotto una coltre di polvere, sulla scrivania del sindaco Starinieri. Tutti si domandano quale sia il motivo che impedisce il primo cittadino di firmare la convenzione e permettere, in questo modo, la riapertura di un servizio sociale che risolverebbe, in un sol colpo, i problemi degli anziani, lavoratori e, in piccola parte, dell’economia locale, cioè l’indotto. Da cosa dipende quest’attendismo? Alcuni avanzano l’ipotesi che Starinieri abbia cercato la via della gestione “diretta”, cioè grosso modo come è stata amministrata la struttura negli ultimi anni senza gara d’appalto ma con affidamento diretto alla cooperativa e intervenendo con lavori pubblici sulla struttura, strada impossibile da praticare. Al tri, invece, ipotizzano che abbia avuto screzi con l’ex dirigente dell’ufficio tecnico, Di Ventura, su diversi aspetti tecnici della convenzione da firmare e inviare all’ASP.

Insomma, fatto sta che la convenzione messa a disposizione dall’ASP, che ha lavorato nel preparare l’accordo con il comune, è pronta per la firma da un anno. Ulteriore dimostrazione questa del non impegno messo da Starinieri nel risolvere l’impasse. I disagi per gli ex ospiti dell’Acerbo, dislocati in diverse strutture della provincia pescarese, e soprattutto per i famigliari che devono spostarsi per diversi chilometri per assistere i propri cari sono tanti. Com’è grande il malessere dei lavoratori che sono senza occupazione da due anni (da gennaio licenziati per permettere loro di usufruire della disoccupazione) e che potevano, da un anno a questa parte, grazie alla legge di salvaguardia dei posti di lavoro, operare con una nuova cooperativa. Insomma, il primo cittadino con una semplice firma, e non c’è altra strada, lo dice la legge, riuscirebbe in un sol colpo a risolvere tutte queste problematiche.

Consegnando infatti la struttura alll’ASP, quest’ultima si dovrà occupare della manutenzione ordinaria dell’immobile tutto a vantaggio del comune che fra 30 anni se lo ritroverà migliorato e con un valore patrimoniale maggiore rispetto ad oggi. Ma non è tutto: la chiusura della casa di riposo non ha permesso di usufruire di fondi regionali, in questo caso della legge 10 destinate alle ASP per l’emergenza Covid, fondi che sono stati impiegati già in altre strutture gestite dall’azienda pubblica di servizi alla persona. Non solo la burocrazia o le catastrofi naturali impediscono la ripresa dell’economia, ma anche l’indecisionismo della politica ha le sue colpe e forse questa è la causa maggiore.

Poco prima di andare in stampa, apprendiamo che la convenzione ha lasciato il suo posto sopra la scrivania del sindaco ed è stata spedita su quella del commissario dell’ASP Marco Molisani, non firmata ma con una ulteriore richiesta di modifica da parte dell’ente aprutino. Come recita un vecchio detto: la processione non cammina ed il cero si consuma, come la pazienza dei lavoratori e degli ospiti della Mariannina Acerbo.

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