COLLECORVINO E LORETO APRUTINO: PROGETTI DI REALIZZAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI NEL FUTURO?
Si all’innovazione ma, precisa il consigliere regionale Paolucci, massima tutela per vigneti e zone di pregio

Per adesso ci pensa il consiglio regionale abruzzese a fermare l’assalto di società, più o meno consolidate, per l’installazione di impianti di energia alternativa, su tutto il territorio di pregio abruzzese, con l’approvazione, all’unanimità, di un emendamento presentato dal consigliere Paolucci (PD) al Progetto di Legge n. 182/2021, emendamento che – dice l’ex assessore della giunta D’Alfonso sospende l’installazione degli impianti di produzione di energia eolica di ogni tipologia, le grandi istallazioni di fotovoltaico posizionato a terra e di impianti per il trattamento dei rifiuti, inclusi quelli soggetti ad edilizia libera, nelle zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, al fine di non compromettere o interferire negativamente la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali e del paesaggio rurale” L’emendamento presentato è nato dall’urlo di protesta sollevatosi dai territori in cui negli ultimi mesi sono stati presentati progetti per l’installazione di pale eoliche (a Bolognano, Tollo e Torre de Passeri) o di mega impianti fotovoltaici.

Quello dell’innovazione è tema che ben si sposa con l’agricoltura, le aziende abruzzesi si stanno sempre più consolidando nella ricerca di soluzioni e nei continui investimenti tecnologici che possano, rispettando ambiente e produzione, elevare il livello di qualità dei prodotti stessi. Altro tema che, invece, crea uno stato di allerta e consequenziale guardia alta, è la realizzazione di grosso impianti per la produzione di energia. Se ne torna a parlare, non dimenticando la protesta che suscitò nel territorio di Loreto Aprutino, l’idea di costruire un impianto di biometano presso Contrada Cartiera. Un’occasione persa, seconda la giunta Starinieri  che a gennaio ribadiva il suo essere Amareggiata per la mancata realizzazione dell’impianto di biodigestione dei rifiuti organici, che avrebbe apportato un’impronta green al nostro territorio

Può capitare che dietro una parola terribilmente affascinante come green si nascondano, invece, operazioni che in un quadro di analisi  di costi e benefici apparentemente in equilibrio, arrivino a determinare un danno per terreni a vocazione agricola e, soprattutto per i paesaggi il cui senso estetico ed etico sono tutelati dall’art.9 della nostra Costituzione.

Sulle pagine de Il sole24 è apparsa, ad esempio, una notizia di presentazione di un progetto da parte di Tea Energia, società attiva nel campo della progettazione e costruzione di impianti da fonti rinnovabili, che avrebbe avviato la procedura autorizzativa per realizzare una centrale fotovoltaica in Abruzzo, esattamente Collecorvino. L’obiettivo è quello di produrre energia con impianti fotovoltaici e, allo stesso tempo, lasciare libero il suolo per coltivazioni di pregio: sarà possibile? Si tratta di due impianti della potenza complessiva di 40 megawatt che si estenderanno su un’area di circa 80 ettari. L’investimento previsto ammonta a 30 milioni da spendere in due anni.L’innovazione starebbe nel fatto che il progetto prevede che i pannelli siano sopraelevati, allo scopo di non desertificare l’area agricola mentre al di sotto sarà coltivato un vigneto con varietà autoctone. Si tratta di un progetto pilota che si basa sull’utilizzo di strutture speciali e tali da impedire il processo di desertificazione del terreno sottostante e rendere maggiormente ecosostenibili gli impianti stessi. Notizia che parrebbe non fondata, sentito il Sindaco Antonio Zaffiri. Abbiamo anche provato  a contattare la società senza riuscirci.

Non ci è sembrata solo una coincidenza, poi, l’esser venuti a sapere da alcuni cittadini di Remartello di Loreto Aprutino, che, anche questa zona, sarebbe interessata ad un progetto di installazione di impianto fotovoltaico tanto che qualche rappresentante di Società starebbe già bussando alle porte dei cittadini per acquistare terreni: un totale di 50 ettari per un impianto di 20 megawatt. Da un punto di vista tecnico la materia di energie rinnovabili rientra nella competenza della Regione che convoca la conferenza dei servizi attraverso la quale ogni Comune partecipa ed esprime il proprio parere.

Noi de Lacerba, abbiamo interpellato un esperto del settore che ci ha chiarito che Se l’amministrazione comunale vuole impedire lo scempio del suo territorio di pregio, può adoperarsi in diversi modi: adottare attraverso il Consiglio Comunale, che ha il compito della programmazione territoriale, un regolamento che indica quali sono le linee guide escludenti, cioè indicare tutti quei luoghi dove non vi è possibilità di realizzare alcun impianto di energia alternativa. Un regolamento che prenda spunto dalla legge regionale appena approvata e che può essere modificata o adattata quando la giunta regionale deciderà di votare un suo regolamento. Ed in un secondo momento procedere con la Valutazione Ambientale Preliminare (V.A.P.), procedura per la tutela naturalistica e paesaggistica del territorio. Oppure procedere con la variante al Piano Regolatore Generale, iter più lungo e tortuoso.

Significa che ogni Sindaco ha gli strumenti per la valutazione di progetti su impianti di produzione energetica e che qualsiasi progettualità deve seguire un iter molto trasparente e condiviso anche dalla popolazione.

O, come ribadisce il consigliere regionale Paolucci, deve essere concreto l’impegno formale della Regione a lavorare a un atto che introduca nei regolamenti regionali la tutela delle vigne e territori di qualità, perché gli impianti non corrano il rischio di frenare lo sviluppo agricolo e turistico di alcune zone di agricoltura di pregio, ma possano convivere con essi con un’ubicazione appropriata  Deve esserci uno strumento che regolamenti gli insediamenti, a maggior ragione a tutela di vigneti di altissima qualità di cui la nostra regione è piena. Ora che abbiamo creato del tempo per agire, sospendendo ulteriori insediamenti, la Regione lavori subito a uno strumento di pianificazione dedicato e capace di definire i vigneti “siti non idonei”, ai sensi di quanto disposto dal decreto ministeriale 10 settembre del 2010. Si tratta di un’azione trasversale per integrare i regolamenti regionali e trovare la via migliore per indirizzare la localizzazione in aree in cui potranno continuare a rappresentare un valore aggiunto, come accade da anni in molti centri abruzzesi, senza diventare un’ipoteca per l’agricoltura di pregio”.

Lo spettro, che auspichiamo sia solo un retaggio di esperienze passate, si materializza intorno all’idea che il Recovery Fund, con tutti i suoi miliardi di euro stanziati, potrebbe rischiare di vedere nascere come funghi aziende farlocche” che, una volta incassati i contributi, lascerebbero sventrato paesaggi e territorio rurale ed è per questo che urgono, immediatamente, regole precise per l’insediamento delle energie rinnovabili. Si, infine, all’innovazione, NO a quella selvaggia.

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