ABRUZZO: INTERVISTA A SILVANO DI PRIMIO, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI

di Remo Di Leonardo
L’agricoltura ha un ruolo fondamentale nell’economia della nostra nazione e nella vita delle persone, come dimostra il fatto che è uno dei settori che ha continuato ad operare e non a caso è definita “settore primario”. Per questo abbiamo voluto rivolgere alcune domande al Presidente della Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio, titolare, tra l’altro, di una azienda leader in Europa nella produzione di piante grasse, a Cepagatti.

Presidente come si è posta la Coldiretti abruzzese di fronte a questa terribile e inattesa emergenza? 

L’ emergenza Covid19 è stata ed è ancora, purtroppo, una emergenza mondiale, non solo nazionale o regionale. La prima considerazione va fatta sul valore intrinseco dell’agricoltura che, in tali scenari, sta confermando il suo valore strategico in qualità di produttrice di uno dei beni principali del Paese: il cibo. Ma questo non vuol dire che il settore primario non stia vivendo l’emergenza con una serie di difficoltà difficili da gestire, anche a livello regionale. Sono emerse le potenzialità e i punti di forza, ma anche le sue fragilità che richiedono la forte vocazione del consumatore e delle istituzioni verso il “made in Italy alimentare” che, oggi più che mai, va salvaguardato e tutelato quale possibilità di aiuto verso la disoccupazione, la genuinità dei nostri cibi a km 0 e la sostenibilità ambientale. La filiera del made in Italy alimentare permette il controllo di questi aspetti a vantaggio di tutti: agricoltori e consumatori. In tal senso in Abruzzo abbiamo lanciato la campagna “iomangioitaliano” per ricordare- anche attraverso azioni di solidarietà destinate alle famiglie meno abbienti-che oggi più che mai la campagna non si ferma ed è fondamentale scegliere e valorizzare la produzione italiana da parte di consumatori, istituzioni, società intera. Sono decine i Comuni in Abruzzo che hanno risposto al nostro invito con un importante effetto boomerang che ha suscitato interesse e approvazione da parte dei consumatori.
Quali sono state le principali conseguenze che ha subito l’agricoltura abruzzese? 
In Abruzzo molte filiere sono andate in profonda crisi e in proposito Coldiretti ha lanciato l’allarme sui rischi collegati: i settori vitivinicolo e olivicolo hanno visto compromesse le esportazioni e la richiesta interna a causa dello stallo della ristorazione, il florovivaismo soprattutto nella fase iniziale ha risentito fortemente del blocco della commercializzazione e dell’impossibilità di programmazione, il settore lattiero caseario ha sofferto e sta soffrendo il calo delle richieste sul prodotto fresco e le difficoltà logistiche collegate ai ritiri e alla vendita con la forte speculazione proveniente dall’estero. Ora è emergenza per l’agriturismo, una realtà importante sia sul piano economico che sociale ma attualmente ferma: una grande possibilità di integrazione del reddito per le aziende agricole e un enorme volano per le richieste di ambiente, tradizioni e vivere sano dei nostri consumatori. Un altro problema grandissimo ha riguardato l’orticoltura, con la mancanza nella fase iniziale della manodopera straniera con ripercussioni sulle attività di semina, trapianti e raccolta soprattutto nel Fucino. 
Nell’area vestina, quali sono le maggiori difficoltà che si sono registrate a livello produttivo e lavorativo? 
Le stesse che hanno riguardato l’intera regione. In una situazione del genere è impossibile fare diversificazioni. Certo, le zone rosse individuate nell’area vestina durante la prima ondata hanno bloccato il virus ma anche fortemente l’economia dell’intera area e per questo Coldiretti ha interloquito con le istituzioni promuovendo alcune limitazioni alle restrizioni. Chi più chi meno, tutte le realtà geografiche hanno risentito della situazione. In Abruzzo l’elevato numero di contagi e la conseguente “zona rossa” con particolare riferimento alle province di Chieti e Pescara ha reso la situazione di nuovo difficile con forte preoccupazione e incertezza per il futuro. 
Cosa suggerirebbe ai nostri amministratori locali circa le necessita più impellenti, le strade nuove da prendere, le iniziative da avviare per ripartire quanto prima e col piede giusto? Ed agli stessi imprenditori?
Non possiamo parlare di futuro se non si garantisce il presente. Una misura fondamentale riguarda la liquidità a tutti i livelli: è necessario oggi più che mai sensibilizzare il sistema bancario, con la garanzia diretta dello Stato, per mettere le aziende in condizione di fronteggiare le spese necessarie per continuare la produzione e mandarle avanti anche in mancanza di fatturato. È inoltre necessario un impegno determinante della Regione Abruzzo per lo snellimento complessivo della macchina amministrativa e la sburocratizzazione delle procedure collegate ai pagamenti relativi al Psr. A livello nazionale abbiamo presentato una serie di misure specifiche per tutti i settori. Abbiamo chiesto uno specifico “piano Marshall” per l’agricoltura che prevede il recupero e l’utilizzo delle risorse per lo sviluppo rurale partendo dalle risorse non spese, la semplificazione burocratica per l’accesso ai fondi del Recovery e la necessità di copertura a garanzia per l’accesso facilitato al credito per le nostre aziende. Tutto questo è ancora oggi complicato. Da imprenditore posso consigliare ai miei colleghi di puntare su iniziative in campo agricolo tese al raggiungimento di livelli alti di sostenibilità sociale ed ambientale, come ampiamente promosso ormai da mesi dall’Unione Europea. Anche i fondi stanziati per la pandemia avranno privilegio verso la sostenibilità e il New Green Deal. 
Alle aziende direi di preoccuparsi della riduzione del consumo e del riutilizzo della risorsa acqua, della riduzione dei consumi di energia fossile e del corretto smaltimento o meglio del riciclo degli imballaggi. Chi meglio dell’azienda agricola potrà nel prossimo futuro occuparsi di questi nuovi obiettivi? Costruire in forma consortile invasi per lo stoccaggio dell’acqua e magari produrci anche energia idroelettrica, impegnarsi in attività energetiche come produzione di cippato o biomasse autoprodotte per piccoli digestori dislocati nel comprensorio e produrre biogas, produrre particolari imballaggi naturali ed ecologici di forte impatto emotivo sul consumatore e facilmente compostabili. Queste sono tutte attività che sicuramente non scalzeranno la vera natura delle nostre aziende, che rimarrà sempre quella fornitrice di cibo buono e italiano ma, grazie alla multifunzionalità che caratterizza il nostro settore, potrà dare forte impulso ai nostri giovani per intraprendere nuove attività correlate. Peraltro Coldiretti lavora alacremente per indirizzare le risorse comunitarie proprio verso questi settori. A ciò si aggiunge l’impegno anche verso altri livelli che in ogni caso hanno un obiettivo specifico: la sempre maggiore promozione e la fondamentale tutela della qualità del MADE IN ITALY
Dando uno sguardo al futuro cosa consiglia ai giovani imprenditori in questo difficile momento? 
Di non mollare. In questo momento il settore agricolo ha enormi difficoltà come tutti gli altri segmenti economici ma è anche un settore che offre una prospettiva di sviluppo se ben colta. Bisogna avere una idea certa, coraggio, determinazione e perseveranza cercando di trasformare questo momento così difficile in una opportunità. 
Quali sono secondo lei gli assi di sviluppo per il futuro dell’agricoltura abruzzese?
Tutto ruota intorno ad un concetto già espresso: la tutela del made in Italy che racchiude distintività, prossimità, genuinità, sostenibilità. L’area Vestina è vocata da millenni alla produzione di vino ed olio: ce lo ricordano i “trappeti” e i torchi scavati nella roccia del nostro Appennino che ospita anche numerosissime greggi. A mio avviso vini, oli e formaggi avranno ancora per molto una importanza strategica per questo territorio soprattutto quando i giovani agricoltori provvederanno alla valorizzazione del proprio prodotto con marchi appropriati e distintivi. La qualità è elevatissima, cerchiamo di evidenziarla!
Per concludere: un messaggio agli agricoltori, al termine di un anno quanto mai difficoltoso e caratterizzato da una pandemia mondiale. Secondo lei si può guardare con ottimismo al futuro? 
Noi agricoltori siamo abituati alle difficoltà ma ci rialziamo sempre sfruttando le esperienze passate. Questa volta non avevamo nulla in archivio ma sono certo che credere nel proprio lavoro, nella propria passione, ci conforterà e potremo pensare ad un traguardo sempre più alla nostra portata.
Questa intervista al Presidente della Coldiretti d’Abruzzo Silvano Di Primio che ringrazio ancora per la sua disponibilità speriamo possa contribuire a ridare fiducia e coraggio a tutto il mondo agricolo in attesa di una pronta ripresa di tutto il comparto agricolo del nostro territorio. 

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