PENNE – Ci risiamo con la vicenda del numero massimo di spettatori. In occasione di Penne-Martinsicuro, terza gara casalinga della stagione in eccellenza, la società biancorossa ha dovuto fare i conti con il numero di spettatori che non avrebbe potuto superare le cento unità.
Tutto ciò a causa di una mancata autorizzazione del sindaco Mario Semproni. Trattandosi di un impianto che può contenere non più di 5 mila spettatori, la competenza spetta a dichiarare la piena agibilità della struttura spetta alla commissione locale, dunque al primo cittadino. Ma la firma non c’è stata ed i carabinieri della compagnia di Penne hanno dovuto contare gli spettatori. Stupore da parte di tutti: in molti non hanno potuto assistere al secondo successo del Penne che in rimonta ha superato l’ostico Martinsicuro. Una situazione inaspettata anche per un altro fatto: la Penne 1920 gestisce, dopo una gara pubblica, l’impianto per cinque anni e quindi l’ente locale le avrebbe dato in concessione un impianto sportivo con carenze di capienza creandole un danno economico e d’immagine anche nei confronti delle tifoserie dei club ospiti. Non succedeva dal 2012 da quando un Penne-Lauretum in Promozione venne giocato addirittura a Pianella (nel 2001 in Eccellenza persino a Sant’Egidio alla Vibrata perché il vecchio comunale era squalificato) nonostante il capoluogo vestino possa contare su due stadi. E poi: ma perché è uscita solo adesso la storia del numero minimo di spettatori? Una vicenda all’italiana maniera. A Penne, i migranti ammassati e in sovrannumero e con una serie di violazioni, come accertato dalla Asl, possono tranquillamente restare ad essere ammassati…