Sanità e viabilità: l’intervento di Gianni Cutilli

PENNE – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giovanni Cutilli.

“Caro Direttore, due questioni di stretta attualità, tra silenzi e grida, mi pare meritino attenzione. Due le grandi novità nelle ultime settimane. Di una, si straparla; dell’altra, si tace e da questa iniziamo. Nell’elenco delle opere strategiche per l’Abruzzo da inserire nel Documento pluriennale di pianificazione del Governo, la Regione ha escluso la né Mare-né Monti, benché il Governatore Luciano D’Alfonso ne fosse il padre putativo, indicando, invece, il “collegamento Loreto A.-Penne” ma non per migliorare la nostra viabilità ma per dare l’“accesso pescarese al giacimento turistico del Parco Nazionale Gran Sasso d’Italia”! Se non fosse, cioè, per raggiungere il Parco Nazionale, manco della Loreto A.-Penne si sarebbe parlato! Dunque, de profundis alla né Mare-né Monti, sciagurata strada dei vanitosi e indegni statisti del contado (Lacerba, set 2000), e della compiacente ANAS di Ciucci (Lacerba, lug 2006- set 2008- apr 2009), l’abominevole ente delle strade, peggiore pure delle province, sempre pronto a dare il peggio di sé! La “superstrada”, come zoticamente chiamavano il falso d’autore, è, dunque, morta! Con buona pace del sindaco di Penne promotore, nell’estate 2014, di una lettera inviata al presidente di ANAS, Ciucci; della Regione, D’Alfonso, e al Prefetto di Pescara, ritenendo “fondamentale riavviare il progetto Mare-Monti”. Un fondamentalismo mal coltivato, quello del sindaco, visto che della sua lettera non è importato niente a nessuno dei destinatari. Non a Ciucci, finalmente pure sloggiato da ANAS. Non a Luciano D’Alfonso che, anzi, ha fatto come i coccodrilli, s’è mangiato il figlio né Mare-né Monti, senza neppure piangerci sopra, preferendogli il nuovo pargolo: la Loreto A.-Penne. Non al Prefetto che ha altro a cui pensare che a una carrozzabile! Stupisce, però, la sepoltura del “morto” senza esequie, in svergognato silenzio, per un’opera con cui s’è lucidato il gargarozzo un esercito di sproloquiatori, da quelli (2001) che “le ruspe lavoreranno 4 anni” fino a quelli (2014) che “è fondamentale…”. Ora, tutti ammutoliti! Si staranno sputando in faccia da soli? L’altra “novità” (si fa per dire) riguarda l’Ospedale di Penne. Dopo il punto nascita, col tempo verrà smantellato anche il resto, attuando il “Regolamento Balduzzi”, riconfermato da Governo Renzi e Regioni col nuovo “Patto per la Salute” del 2014. La vecchia “novità” sconosciuta, al solito, ai soliti politicanti locali, è contenuta, dal 2012, nella bozza di “Regolamento sugli standard…” (Lacerba, ott 2014), bibbia della futura sparizione di ospedali, curata dall’ex Ministro Balduzzi. Le sue indicazioni sono già state contemplate nel decreto n.112 del 30.12.2013 dell’ex Commissario ad Acta Chiodi, dopo “cazziata” e “ingiunzione” del Tavolo di monitoraggio, nel quale c’è pure la risposta alla domanda del consigliere Sospiri alla Giunta regionale: “cosa si intende per riqualificare la rete di emergenza-urgenza? E’ scritto lì (pagg. 29-33, All_2_ Allegato A, punto 3.2.) riprendendo anche il precedente decreto Chiodi n.11/2013. Dunque, il destino del San Massimo è scritto in atti che circolano da anni ma che chi, ora, si sorprende delle “novità”, s’era sfastidiato di leggere! Nel decreto Chiodi, sotto dettatura di Roma, fu scritto (pag. 5, Piano Operativo 2013-2015, All.2): “La Regione Abruzzo, in previsione dei vincoli che verranno sanciti dall’emananda normativa nazionale.. intende rimodulare la rete ospedaliera..prevedendo.. l’aggregazione dei posti letto.. coerentemente con le indicazioni contenute nella bozza di “Regolamento” in discussione in Conferenza Stato Regioni…”. Chiaro? E’ già tutto scritto, come per i punti nascita, che dal 2010 s’era stabilito di chiudere, mentre gli ignari politicanti locali si ciucciavano il dito. Insomma, si andrà avanti tutta col “Regolamento” e, qui da noi, avanti un po’ col solito fastidioso chiacchiericcio dei penosi e provinciali attori del teatrino locale della politica che, a ogni smottamento del San Massimo, incrociano le colpe a seconda delle appartenenze (colpa di Chiodi, no di D’Alfonso, ecc.). Un chiacchiericcio analfabeta e fastidioso ma anche pittoresco, perché sversa le colpe da sinistra a destra e viceversa, e divertente, perché i colpevoli additati per le vicende sanitarie contano, o come il due di coppe (D’Amario e Paolucci) o come il tre di coppe (Chiodi e D’Alfonso) quando, a briscola, regna bastoni! L’ha ammesso pure Paolucci, il 9 aprile scorso! Ma da noi ci si balocca così, ripetendo, come dischi rotti, di “vigilare sui cronoprogrammi” di inesistenti lavori finanziati con inesistenti fondi per la ristrutturazione del San Massimo, oppure con fischietti e caccavelle, protestando con chi non comanda nulla, che è come protestare con i bidelli per l’orario delle lezioni scolastiche, o, ancora, con rovesci di “ignorantità”, non avendo letto mezza riga delle normative sugli argomenti di cui si (s)parla. E tra un taglio e l’altro, mentre a Penne si “combatte”, si chiacchiericcia o si tace, a seconda delle convenienze o delle ignoranze, Roma se la ride e il San Massimo e la né Mare-né Monti vanno a remengo!

P.S.: Poiché non ci si preoccupa del contenitore di farmaci scaduti collocato in Viale Ringa, stracolmo di medicinali a portata di ogni bambino, con quali pericoli è inutile dire, Comune di Penne e ditta che raccoglie i rifiuti meritano una “multa morale”, del tipo che l’ente, con una faccia che assomiglia a quella dei bronzi di Riace, fa appioppare dagli scolari per “punire” le indiscipline altrui!

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