PESCARA: IL CASO DELLA SCUOLA MARCONI, I RILIEVI DELL’ANAC E A CHIACCHIA CHE NON PIACCIONO I TITOLI LACERBA

Al consigliere provinciale Gianni Chiacchia non piace il titolo dell’intervista che Lacerba ha fatto all’ex presidente della Provincia Antonio Zaffiri QUEL GRAN PRESIDENTE DI UN ANTONIO e ci fa notare come ci sia “qualcosa che contrasta: il grande Presidente forse non è poi così grande come avete scritto. Si sarebbe dovuto impegnare meno della farmacia comunale e dedicare più tempo alla Provincia, con meno sciatteria”. Ovviamente non staremo qui a chiosare sul perché del titolo che spesso ci trova coinvolti a giocare con parole o frasi di canzoni, nello stesso tempo ringraziamo il consigliere per essere un nostro lettore attento. La vera questione che sta a cuore a Gianni Chiacchia non è certo il titolo di un piccolo giornale di provincia ma riguarda i rilievi che l’Anac, autorità nazionale anticorruzione, su segnalazione di alcuni docenti del Liceo Marconi, muove all’Amministrazione provinciale Zaffiri sulla complessa vicenda della demolizione del Liceo Marconi di Pescara e della costruzione del nuovo complesso che, come lo stesso Zaffiri spiegava nella nostra intervista “…la soddisfazione più grande è stata la realizzazione della nuova scuola del Marconi di Pescara anche se sono stato contestato duramente dagli studenti del liceo pescarese. Parliamo di una scuola 4.0 all’avanguardia anche sotto il profilo tecnologico, ciascuna aula sarà infatti dotata di un sistema di connessione dati, ed energetico, con impianti fotovoltaici, un gioiello dunque per l’intero territorio, con un investimento complessivo di 15 milioni di euro per due lotti”.

Su quell’investimento e sui relativi appalti,  l’ANAC riscontra i seguenti profili di anomalia e/o criticità: 

  1. al ricorrere di profili di approssimazione nella fase programmatoria e di pianificazione degli interventi evidenziabili, oltre che in relazione alla inadeguatezza delle valutazioni condotte sulla tipologia di lavori necessari e comune fattibili, anche in relazione alla tempistica osservata per lo sviluppo della procedura di progettazione a partire dall’originaria indizione della procedura afferente alla progettazione definitiva e CSP dei “lavori di adeguamento sismico, impiantistico ed antincendio del Liceo Marconi Pescara”, atteso che le tempistiche per la realizzazione della procedura erano ben note all’Amministrazione fin dai tempi della concessione dei finanziamenti, che avrebbero dovuto indurre la stessa ad una congrua pianificazione e programmazione degli interventi;
  2. alla violazione del principio di immodificabilità dell’oggetto contrattuale, confermato dall’art. 106 del d.lgs. 50/2016, laddove ai professionisti incaricati della progettazione definitiva e CSP dell’originario progetto di adeguamento e stato conferito l’incarico, per le vie brevi”, per la redazione di uno studio di fattibilità, peraltro concretizzatosi nella redazione del progetto di fattibilità tecnico­ economica, nonché della progettazione definitiva del lotto I, in totale modifica delle prestazioni per le quali era stata bandita la procedura aperta, con la violazione dei principi di libera concorrenza, par condicio, trasparenza e correttezza;
  3. alle approssimazioni inerenti alle procedure per l’approvazione degli atti progettuali relativi al progetto variato di sostituzione edilizia, in relazione all’approvazione del progetto di fattibilità tecnica-economica in assenza della previsione delle fonti del finanziamento dell’intero progetto; all’intervenuta validazione del progetto definitivo, senza l’acquisizione dei pareri necessari alla definizione di tutti gli aspetti del progetto con coerentemente con le previsioni di cui all’art. 26 del codice, facendo riferimento la validazione agli esiti delle verifiche in ordine, tra l’altro, all’appaltabilità dell’opera ed alla possibilità di ultimazione dell’opera entro i termini previsti.

CONCLUSIONI: In base a quanta sopra esposto ed in attuazione del relativo deliberato consiliare in data 21 dicembre 2021, con ii presente atto, soggetto a pubblicazione sul sito istituzionale dell’Autorità, si comunica pertanto, la definizione della presente istruttoria, con invito nei riguardi di codesta stazione appaltante a voler tener conto, per ii futuro, di quanta specificatamente dedotto e rilevato nella presente comunicazione, al fine di un più puntuale rispetto deIla normativa e dei principi citati, e voler comunicare gli sviluppi delle procedure che verranno condotte in relazione all’affidamento dei lotti successivi, nonché a fornire un aggiornamento sull’andamento dell’appalto in questione. Per ii riscontro, si assegna ii termine di 60 giorni dal ricevimento della presente ai sensi dell’art. 213, comma 13 del d.gs. 50/2016.

“La relazione conferma la sciatteria della condotta politico-amministrativa della precedente amministrazione provinciale Zaffiri, più volte denunciata dal Partito Democratico” è il contenuto della nota congiunta Alessandro D’Ascanio e Leila Kechoud,  rispettivamente consigliere provinciale Pd e vice segretaria provinciale del Pd. Quella di Zaffiri, secondo i due esponenti del Partito democratico rappresenta  “una leggerezza politica improntata tra l’altro alla chiusura, al rifiuto del dialogo con la comunità scolastica circa tempi, modi e difficoltà dell’intervento, aggravata dai problemi di gestione dei plessi provvisori, la cui locazione ha già impegnato circa 950.000 euro per l’anno scolastico 2021/2022”. La decisione di demolire l’intero edificio che ospita il Liceo Marconi, con una spesa finale prevista di 19 milioni- proseguono– è stata decisa dall’amministrazione provinciale pur sapendo, come scrive l’Anac, che i lavori potranno reinsediare solo 1000 dei 1500 alunni della scuola. Per gli altri 500 non esiste né finanziamento, né progetto, né tempi certi di ritorno a scuola così come non sussistono risorse per la costruzione della palestra” mentre si augurano che i lavori si concludano entro l’inizio del nuovo anno scolastico “così da permettere il rientro nella moderna e innovativa struttura, gran parte degli studenti del Liceo Marconi. Diversamente, la nuova amministrazione di centrodestra guidata dal neo presidente De Martinis deve sin d’ora prevedere in bilancio le risorse necessarie alle locazioni delle sedi onde evitare l’emergenza della scorsa estate.

LA REPLICA DI ANTONIO ZAFFIRI

Il compito principale di chi amministra è quello di assumersi responsabilità e prendere decisioni, e la vicenda del liceo ‘Marconi’ ha richiesto in maniera imperativa tali capacità. Le condizioni strutturali della scuola di via Marino da Caramanico erano tali che gli stessi progettisti hanno negato la possibilità di adeguare i fabbricati, ma ne hanno dettato la demolizione e ricostruzione. La Provincia ha innescato una straordinaria corsa contro il tempo trovando, in tempo record una valida e idonea sistemazione alternativa a una popolazione scolastica di 1.800 persone, di cui 1.500 studenti. Gli unici ritardi sono stati innegabilmente determinati dalla strumentalizzazione di uno sparuto gruppo di docenti prima, e di alcune frange politiche poi, che ancora oggi, inzuppando il pane della polemica, dimostrano non-conoscenza delle carte, dei documenti, dei fatti e dei doveri del buon amministratore, ovvero l’ennesima occasione persa per tacere ed evitare figuracce”. Quando ci siamo aggiudicati i fondi per realizzare l’intervento di adeguamento della sede del Marconi- prosegue la nota- i tecnici sono stati categorici: la scuola non poteva ospitare per un solo giorno in più i ragazzi, perché l’incolumità degli utenti non era più assicurata. L’unica strada era la demolizione e la ricostruzione dell’intero complesso. Peccato che tale procedura, limpida, trasparente e che ha visto mettere in campo le migliori energie istituzionali, abbia incontrato l’opposizione strumentale di docenti che, contro ogni evidenza tecnica, sono scesi dalla cattedra, hanno dismesso maldestramente il proprio ruolo e, anziché preoccuparsi di formare, insegnare ed educare gli studenti loro affidati, hanno inscenato una protesta goffa, scimmiottando un ’68 ormai lontano, e cercando di manipolare poveri studenti spaventati dall’orribile catastrofe preannunciata per il rientro in classe lo scorso settembre. Ma poi la catastrofe, purtroppo per loro, non si è materializzata: abbiamo individuato in tempo record 5 sedi alternative in cui dislocare i ragazzi e l’unico ritardo, quello inerente il rientro in aula delle ultime 17 classi destinate alla sede dell’ex Fater, avvenuto il 18 ottobre, è stato causato proprio da quella inopportuna protesta e da un atteggiamento di pervicace ostruzionismo che ci ha fatto perdere un mese di tempo. E veniamo all’elenco delle inesattezze: i lavori di ricostruzione del Liceo Marconi stanno procedendo con tempi record, fatta la demolizione, sono già state ricostruite le fondazioni, i primi due piani del corpo centrale ed è iniziata la tamponatura del primo livello, con l’obiettivo di riconsegnare il cantiere il prima possibile. Ma evidentemente tanta celerità non suscita l’apprezzamento di alcuni docenti e dobbiamo ancora comprendere quali siano gli interessi in gioco. Poi, quando i lavori saranno terminati, la nuova scuola ospiterà tutti i 1.500 studenti del Marconi: il primo lotto del cantiere, per 8 milioni di euro, è completamente finanziato; sono stati reperiti anche i 3milioni di euro per il secondo lotto e occorre fare solo la gara d’appalto; per il terzo lotto, che riguarda la demolizione e ricostruzione della sola palestra, abbiamo già chiesto di attingere ai fondi messi a disposizione nel Piano nazionale di Rinascita e Resilienza. Dunque esistono i finanziamenti, esistono i progetti e ci sono tempi certi per il rientro a scuola. Di più: a smentire la vicesegretaria provinciale Pd Leila Kechoud, fra l’altro ex consigliere provinciale con il Presidente Di Marco, e il consigliere D’Ascanio, c’è l’ultimo dettaglio inerente la locazione futura delle classi, ovvero la Provincia, già dallo scorso anno, ha stipulato i contratti di locazione per le uniche due sedi prese in affitto, ossia l’ex sede Fater e l’ex Accademia musicale, per due anni scolastici, grazie al contributo di 600mila euro erogato dalla Regione Abruzzo, e ringraziamo per la vicinanza il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri con il Governatore Marsilio, l’assessore Pietro Quaresimale e tutti i consiglieri regionali di Pescara, particolarmente sensibili alla vicenda. Questo significa che tutte le cinque sedi individuate per ospitare i 1.500 studenti del Marconi sono già disponibili sino a tutto il 2023. Ma i due esponenti politici non lo sanno, semplicemente perché non si sono preoccupati di leggere le carte prima di scrivere amenità. Ritengo che della vicenda del Marconi si sia parlato a sproposito senza avere alcuna cognizione tecnico-amministrativa. Ai docenti auguro di riacquistare la propria serenità professionale e di tornare a preoccuparsi della crescita e della formazione didattico-culturale dei nostri ragazzi, alla politica di essere sempre capace di cogliere le esigenze del territorio e di assumersi le responsabilità decisionali”.

Al consigliere Gianni Chiacchia risponde così: “Ha perso un’altra occasione per stare zitto e non dare prova della propria non-conoscenza degli atti amministrativi. Ricordo che in due anni da consigliere provinciale non ha mai portato una istanza o una esigenza del territorio in consiglio, non si è mai interessato delle problematiche del liceo Marconi di Pescara, l’unico interesse ed esigenza manifestati dal consigliere sono stati quelli di fare riconoscere, e pagare, come debito fuori bilancio gli oneri contributivi alla ditta  “F.lli Di Marco“ dove l’ex Presidente Antonio Di Marco era dipendente. Mi corre l’obbligo ricordare al Consigliere, visto che non ha vissuto la vita amministrativa della provincia che ho svolto il mio mandato da Presidente tre anni a tempo pieno lavorando sodo per tutto il territorio della provincia mettendo a frutto tutti i i fondi masterplan Abruzzo che la precedente amministrazione, dal 2016 al 2019, non era stata capace di rendere utili e spendibili, tutto ciò garantendo con altrettanto impegno l’attività amministrativa del mio comune, impegno che i cittadini hanno suggellato con un grande riconoscimento elettorale. Tanto si doveva, Antonio Zaffiri

 

 

 

 

 

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