LORETO APRUTINO: PROTEGGIAMO I CENTRI STORICI
Spacone, nominato all’Accademia Europea delle Scienze (ESA), dà la linea

A qualcuno interessano, davvero, le questioni ambientali? In Abruzzo, e in Italia, si dà la giusta importanza alla manutenzione delle infrastrutture locali? Lo abbiamo chiesto al professor Enrico Spacone residente Loreto Aprutino, docente del corso di “tecniche delle costruzioni” all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara. Da anni conduce studi e ricerche su questioni ambientali e salvaguardia del territorio, con particolare attenzione verso la protezione dei centri storici di piccoli paesi. Abbiamo posto alla sua attenzione diverse tematiche, in vista delle prossime elezioni, e chiesto quale sarà la prospettiva futura della nostra regione.

Professore iniziamo questa intervista facendole i complimenti per la nomina presso l’Accademia Europea delle Scienze (ESA). Ci racconti questa esperienza.

“La nomina all’Accademia Europea delle Scienze è avvenuta tramite chiamata, penso attraverso l’analisi del mio CV scientifico, composta da numerose ricerche e pubblicazioni fatte negli anni successivi ai miei studi al politecnico di Losanna e al master intrapreso all’Università di Berkeley, in California. Sono onorato di far parte, insieme a colleghi premi Nobel, dell’ESA”.

L’Abruzzo è una delle regioni italiane a rischio sismico. Alla luce della sua esperienza decennale, come reputa la situazione delle infrastrutture locali?
“Dopo la tragedia del ponte Morandi si sta facendo grande attenzione per recuperare gli errori fatti nel passato. I nostri centri storici, ad esempio, sono vulnerabili e c’è da lavorare per invertire la tendenza. Sono necessari piani di manutenzione, anno per anno, investendo soldi”.

Alla luce delle passate elezioni, quali sono, secondo lei, i temi di cui la politica dovrebbe occuparsi maggiormente?
“Il tema dell’ambiente e dello sviluppo territoriale dovrebbe essere primario, mentre talvolta viene usato come slogan per raccogliere voti. Non sono contento di quello che vedo, la politica deve prendere un impegno serio affidandosi alla competenza ed alla visione a lungo termine, preferendo un tomo più moderato nella gestione delle questioni territoriali. In questo senso, guardando alla nostra regione, i trasporti rappresentano una questione fondamentale: lo sviluppo delle reti ferroviarie fra Roma e Pescara e Nord Sud dovrebbe essere primario. Un ulteriore passo da fare è quello di creare percorsi: pedonali e ciclabili, culturali, naturalistici, al fine di far conoscere ed apprezzare il nostro territorio che offre tanto a chi ha il piacere di entrarci in contatto”.

Proiettandoci al futuro prossimo. Pensa che questa nuova carica possa aiutare nell’ideazione e lo sviluppo di nuovi progetti avanguardistici per la nostra regione?
“L’elezione detta prestigio al mio gruppo di lavoro e all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara nella quale lavoro. Si possono lanciare iniziative, attraverso la possibilità di entrare in un circolo di grandi studiosi. Infine, voglio porre l’attenzione su un progetto di protezione dei centri storici che ho vinto nel 2017. Esso è fermo da allora, vittima di una burocrazia sffocante, altra questione cruciale di cui la politica dovrebbe occuparsi per sbloccare progetti di sviluppo territoriale, tenuti in stand-by da anni”.

Stefano Perilli

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