IL RUOLO DELLO PSICOLOGO, LO SPIEGA LA DOTT.SSA ZAMPARELLI

La Giornata Mondiale della Salute Mentale è una giornata internazionale che si è tenuta il 10 ottobre per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salute mentale e promuovere la consapevolezza riguardo alle sfide e alle problematiche psicologiche, tramite la prevenzione, il trattamento e il supporto di coloro che ne soffrono. Per gli psicologi, la Giornata Mondiale della Salute Mentale, è stata un’opportunità per sensibilizzare le persone al raggiungimento del benessere della propria salute mentale.

Su tutto il territorio nazionale, e quindi anche nella nostra provincia di Pescara, l’iniziativa degli Studi Aperti ha rappresentato la risposta all’importanza che riveste la salute mentale per ogni individuo. In questa settimana speciale, culminata proprio nella settimana del 10 ottobre, e che spesso viene estesa a tutto il mese di Ottobre, le persone che lo riterranno opportuno avranno la possibilità di prenotare gratuitamente una sessione di consulenza, sia in studio che online, con uno degli esperti di psicologia che aderiscono all’iniziativa.

Occorre, però, delineare una panoramica sufficientemente esaustiva riguardo al delicato ruolo che ricopre lo psicologo nei vari contesti di vita.

Lo psicologo è un professionista che si occupa della salute mentale, psicologica e del benessere della persona, dei gruppi, delle aziende, degli organismi sociali e delle comunità utilizzando strumenti diagnostici, di prevenzione, cura e ri-abilitazione scientificamente validati. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

“Andare dallo psicologo” vuol dire concedersi la possibilità di esplorare nuove consapevolezze in un percorso di crescita personale e in uno spazio creato ad hoc per ascoltare ed empatizzare con i racconti più personali del paziente, che esibisce talvolta una vulnerabilità e fragilità che vanno comprese e non giudicate.

Ciò che accade nella stanza di terapia non è distante da ciò che avviene nell’ambiente relazionale in cui l’individuo si muove, percepisce sé stesso e percepisce gli altri, si confronta, si emoziona. Il paziente narra gli episodi e gli eventi della propria storia di vita e si confronta con quei sentimenti, talvolta spaventanti, e quei bisogni che sono stati la cornice predominante della propria esperienza affettiva in quanto figlio, compagno o genitore.

Si crea così tra paziente e terapeuta uno spazio mentale o un campo psicologico protetto e del tutto particolare, si crea un’ambiente comprensivo, in cui diventa possibile esprimere ed attraversare in sicurezza alcune emozioni vissute come scomode o i propri bisogni emotivi profondi rimasti inespressi e sentirsi accolti; in poche parole si crea insieme una relazione significativa.

La terapia, infatti, funziona perché “si crea una buona relazione“. La terapia in fondo è un rapporto umano tra due persone che collaborano ad un fine comune: il cambiamento terapeutico; ma per fare questo è necessario costruire un rapporto di fiducia reciproca indispensabile per mettersi in gioco.

Proprio perché adattabile a tanti contesti e a molteplici ruoli, all’interno della vita familiare, chiunque può prendere parte al processo terapeutico, dal bambino all’adulto, passando per la presa in carico, ad esempio, della coppia genitoriale in presenza di un evento scatenante. Da qui nasce l’esigenza del terapeuta di disporre di una cornice teorica di riferimento, per poi adattare le tecniche cognitive e comportamentali specifiche e aggiornate, utili a fronteggiare il problema e la sintomatologia presentata.

Un esempio di lavoro terapeutico di cui oggi voglio parlarvi più da vicino è il lavoro sulla coppia genitoriale.

La nascita di un bambino segna una significativa trasformazione del ruolo del genitore. Molti genitori si trovano ad affrontare nuove responsabilità e sfide che richiedono adattabilità e flessibilità. La genitorialità può mettere alla prova la relazione di coppia, portando a un aumento del conflitto e dello stress. È importante riconoscere, pertanto, che i cambiamenti di ruolo e le nuove sfide possono creare tensioni all’interno della coppia. La gestione efficace del conflitto richiede, però, empatia, comprensione e comunicazione aperta e, lavorare insieme al terapeuta per risolvere i conflitti in modo sano e costruttivo, è essenziale per mantenere una relazione di coppia solida e sostenibile. Gli incontri rappresentano per il genitore la possibilità di esplorare la loro esperienza affettiva passata e sono un’occasione per riflettere sulla loro storia di attaccamento, sullo stile di accudimento dei loro genitori e sul confronto con la loro condizione attuale di genitori.  Il terapeuta ascolta e si ingaggia in un percorso di validazione consensuale in cui la realtà soggettiva viene pensata, decifrata e riformulata, acquisisce, cioè, un senso e un proprio significato.

Uno dei ruoli fondamentali dei genitori è fornire un supporto emotivo ai loro figli. La genitorialità richiede di essere presenti e disponibili per ascoltare le preoccupazioni dei bambini, fornire conforto e incoraggiamento, ma talvolta può essere utile procedere ad una riflessione congiunta sulle distorsioni della percezione che il genitore ha del figlio, che inficiano la comprensione delle difficoltà legate proprio al disagio del figlio.

Per ulteriori approfondimenti e consulenze, scrivete qui: veronica.zamparelli@libero.it.

Dott.ssa Veronica Zamparelli, neuropsicologa e psicoterapeuta cognitiva, ad indirizzo costruttivista ed evolutivo, specialista nel trattamento del Disturbo Autistico (Master Terapia ABA)

 

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