Giustizia: non si taglia così un giudice

PENNE – Le udienze civili nei tribunali distaccati di Penne e di San Valentino non saranno più celebrate.

Sarà infatti la sede centrale di Pescara a trattare le nuove iscrizioni a ruolo in sede civile. E’ questa la decisione del presidente di sezione, Angelo Bozza, nell’ambito della riorganizzazione che deriva dalla soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali, varata dal governo Monti, e che andrà a regime dal prossimo settembre, quando anche i procedimenti penali non si terranno più né a Penne né a San Valentino. Una contestatissima (ricorsi ve ne sono alla Corte Costituzionale e ai Tar) riforma nazionale che, fra tribunali periferici e giudici di pace, sopprime circa mille sedi giudiziarie ma che, secondo il pensiero di molti, sarà ritoccata nel momento in cui si insedierà il nuovo governo. Detto dei tribunali, la partita è tutta da giocare per salvare gli uffici dei giudici di pace periferici. Nel Pescarese, ne funzionano tre: a Penne, San Valentino e Pianella. La normativa prevede che i Comuni, anche consorziandosi, possano mantenere il presidio purché provvedano a pagarne tutte le spese, personale compreso, ad eccezione di quelle per i magistrati onorari. Penne vuole difendere l’ufficio cittadino e ha intenzione di farsi carico della gestione della sede collocata nel prestigioso ex convento delle Dame di Malta, trasformato in palazzo di giustizia dopo 5 milioni di euro di lavori finiti pochi anni fa. L’obiettivo è di spostarvi alcuni dipendenti comunali che lavorerebbero così per il giudice di pace. Uno sforzo che l’amministrazione guidata da Rocco D’Alfonso ha dichiarato di voler sostenere. Si aspettano gli atti amministrativi con cui il Comune segnali al ministero della Giustizia la propria volontà di tenere in vita e in che modo l’ufficio. A Pianella, l’amministrazione di Giorgio D’Ambrosio (conclude i due mandati) è arrivata al capolinea: si voterà per il nuovo sindaco in primavera. L’intenzione di mantenere l’ufficio ci sarebbe, ma i costi sarebbero eccessivi. “Pianella- spiega l’avvocato Sandro Marinelli, consigliere comunale- dovrebbe fare di tutto per far sì che il giudice di pace resti. Già negli anni scorsi il Comune, quando c’era Manuela Pierdomenico sindaco, permise a Penne di ottenere il giudice unico, sacrificando la pretura pianellese, storicamente presente nel territorio. Perdere anche l’ufficio del giudice di pace sarebbe veramente troppo”. Ci dovrebbe provare anche San Valentino a difendere l’ufficio giudiziario. Ma il problema è sempre quello: il costo dell’operazione. E per un piccolo Comune la possibilità si riduce al lumicino.

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