Feste popolari: Locasciulli, «loro assenza, grave errore»

PENNE – Dopo le elezioni regionali, Mimmo Locasciulli è tornato ad occuparsi dell’amministrazione locale. E questa volta, il cantatore pennese tocca il tema delle feste popolari cittadine.

Molte di loro, infatti, a causa di problemi di natura economica e non (come per la festa di San Massimo), sono state ridimensionate o cancellate. Locasciulli, che parla già da futuro candidato sindaco di Penne è puntuale. «Le feste patronali o simili non sono certamente degli eventi culturali di alto profilo, ma non si può negare che esse sono l’espressione di tradizioni, consuetudini ed usanze popolari che non dovrebbero essere abbandonate e dimenticate – osserva il cantautore –. In una città come Penne, dove le occasioni culturali o di socialità varia sembrano davvero un bene proibito, la mancanza di queste feste popolari assume sempre piú il significato di una definitiva condanna alla assenza. I mancati festeggiamenti del patrono San Massimo, della Madonna del Carmine o di Sant’Antonio, a titolo di esempio, rappresentano anche per la società laica una grave amputazione della conservazione della memoria popolare. Le pro loco e i comitati facciano sentire la propria voce anche attraverso le istituzioni che, nella loro mission, dovrebbero tenere nella dovuta considerazione anche la tutela delle nostre tradizioni».

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