OSPEDALE DI PENNE, SOPPRESSA LA UOS DI TERAPIA INTENSIVA POST OPERATORIA

“Un vero e proprio scippo ai danni dell’ospedale di Penne è stato messo in atto con la Delibera della Asl di Pescara n. 690 del 2022. Con questo documento la Asl di Pescara, che ricordiamolo è sotto il controllo e l’indirizzo della Regione Abruzzo a trazione Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia, sopprime la UOS (unità operativa semplice) di terapia intensiva post operatoria del San Massimo accorpandola nella UOSD (unità operativa semplice dipartimentale) dell’Ospedale di Popoli, e trasferisce il responsabile del Reparto e la stessa unità operativa a Pescara. Un atto gravissimo che conferma la linea generale seguita dal centrodestra sul depotenziamento dei presidi minori e del disinteresse verso la medicina territoriale. Una strategia al massacro che andrà inevitabilmente a compromettere ancora di più l’ingolfamento di cui è vittima l’ospedale di Pescara. Tutte scelte che vanno in controtendenza rispetto alle esigenze del diritto alle cure dei cittadini abruzzesi”. Ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che spiega nel dettaglio: “Prima a Penne c’era un’Unità operativa semplice di terapia intensiva post operatoria con un Responsabile di reparto che svolgeva le funzioni di un primario, adesso l’hanno accorpata alla Uosd dell’Ospedale di Popoli togliendo nei fatti al San Massimo di Penne l’autonomia gestionale e funzionale del reparto. A tutti gli effetti un nuovo depotenziamento. Ora è chiaro che il centrodestra in Abruzzo sta attuando una politica di tagli a dispetto delle parole propagandistiche della Giunta regionale che, ricordiamolo, gestisce e indirizza le Asl e vede come primo capitolo di bilancio proprio la sanità pubblica.
Perché hanno chiuso questo reparto a Penne? Ce lo dovranno sicuramente spiegare anche perché lo capiscono anche i bambini che gli altri reparti affini, come quello di ortopedia, chirurgia o anche l’eccellente gastroenterologia, subiranno dei disagi da questa mannaia burocratica che continua ad abbattersi sul San Massimo. A forza di tagliare e depotenziare la medicina territoriale – incalza Pettinari – il Pronto Soccorso di Pescara sta diventando un girone dantesco. Ricevo dalle 30 alle 40 telefonate al giorno di cittadini che lamentano disservizi. Mancano i medici e non si utilizzano gli incentivi economici, o le premialità curriculari, fino anche, se necessario, all’istituto del precetto per colmare la carenza di medici del pronto soccorso di Pescara, che lavora con circa dieci unità in meno di quelle che servirebbero. Ad aggravare la situazione già allarmante sicuramente è il depauperamento della medicina territoriale che porta tanti utenti in codice bianco o verde, che potrebbero essere curati in ospedali minori, nei distretti sanitari o anche da un’unione di medici di base, a recarsi al Pronto soccorso creando il cosiddetto effetto imbuto con i gravissimi risultati che tutti ormai conosciamo.  
Sono convinto che non ci sia più un giorno da perdere per invertire radicalmente la rotta. A mio avviso a Penne non solo deve essere ripristinata la Uos di Terapia intensiva, ma deve essere anche trasformata in UOSD assegnando così un responsabile che faccia gli interessi della struttura. E, visto che sta andando in pensione il medico responsabile della Uosd di chirurgia, quest’ultima deve essere trasformata in una UOC (Unità Operativa Complessa) e dotata di un Primario attraverso concorso pubblico. Questi due interventi potrebbero colmare almeno il danno provocato dalla delibera 690 del 2022 e ridare un po’ di respiro a una struttura ospedaliera che serve un bacino di utenza ampio come quello dell’area vestina della provincia di Pescara” conclude Pettinari.

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