MILANO: MUORE SILVIA BALEANI, SOPRANO INTERNAZIONALE LEGATO ALL’ABRUZZO

Muore ad 80 anni il soprano Silvia Baleani. Un addio che lascia sgomenti ma anelanti nell’inizio di un viaggio, la cui meta si possa compiere nel canto silente delle stelle.
Ci lascia una elegante signora del mondo dell’Opera, una professionista rigorosa, un’interprete capace di portare, in scena, la sensibilità che la distingue come donna, che l’ha distinta come amica. Come se l’unica soluzione di continuità tra il teatro e la vita fosse la sua anima.

A destra, Silvia Baleani in costume di scena

Nata a Montevideo in Uruguay, nel 1942, Silvia Baleani si forma al Teatro Colón di Buenos Aires, diventando, fin da subito, ospite fissa delle prestigiose stagioni d’opera. Dopo un breve periodo a Vienna, l’affermazione professionale in Italia. Canta nei più blasonati teatri nazionali e sotto la direzione dei più grandi direttori d’Orchestra, tra i tanti, Peter Maag, Ferdinando Leiter e Bruno Bartoletti. Profondo spessore conferisce al ruolo di Ksenija nel Boris Goudonov di P. Musorgskij, diretto da Claudio Abbado, nel 1979, al Teatro La Scala di Milano.
Ma al nostro Bel Paese affida l’arte ed anche il cuore. Nel 1977, infatti, al Teatro Comunale di Bologna, durante le prove de Il signor Bruschino di Gioachino Rossini, incontra un giovane direttore abruzzese, non ancora affermato e ai più sconosciuto. Lui si chiama Donato Renzetti, si sposeranno nel 1984 e da allora Silvia intreccerà le radici sudamericane a quelle abruzzesi, nello specifico a quelle del paese di Torino di Sangro, nella provincia di Chieti. Se Milano le riconosce l’appagamento professionale, all’Abruzzo deve l’amore, dalla vita la gratitudine di aver vissuto con profonda dignità.
Al Teatro Petruzzelli di Bari, nel 1986, debutta il ruolo di Iphigénie in Ifigenia in Tauride con la regia di Luca Ronconi. Nel 1994 abbandona definitivamente le scene; lo fa allo Sferisterio di Macerata, interpretando, nella Bohème di Giacomo Puccini, una sontuosa Musetta, la regia è di Walter Pagliaro e, nel ruolo di Mimí un altro grande soprano, Giusy Devinu. Sul podio, di nuovo, Donato Renzetti, l’uomo della vita al quale da quel momento donerà tutti i respiri degli anni futuri. Per sempre al suo fianco, immolandosi ai sentimenti come le tante donne che aveva interpretato sulle assi dei palcoscenici, con la grazia che era sua personale, con la finezza per la quale tutti i suoi colleghi, tutti gli amici e conoscenti l’amavano nutrendo per lei un sincero rispetto.

Silvia Baleani e Donato Renzetti

E nella grazia, oggi 18 maggio 2022, se ne è andata, al San Raffaele di Milano, curata nel reparto di Medicina Generale guidato dalla professoressa Marzia Spessot affiancata dalla dottoressa Cecilia Piani, con la consulenza ematologica del prof.Andrea Assanelli e con uno staff, di infermieri ed operatori sanitari, che ha corrisposto, quella delicatezza femminile, con estrema professionalità ed umanità.
Per noi che scriviamo il peccato giornalistico di riversare un dolore personale nella diffusione pubblica, la tastiera non trema come la penna, le lacrime non sbiadiscono l’inchiostro però piange il cuore e duole nel petto. Scende il sipario su di un atto dell’esistenza, nel ricordo di Silvia che per sempre sarà il sogno che vorremo sognare, per risvegliarci con il suo dolce, infinito ed unico “Ciao, tesoro…”

SdL

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