SOLO 3 RSA SU 16 HANNO RISPOSTO A INCHIESTA NAZIONALE ISS
Regione Abruzzo rincorre emergenza. Partiti i controlli in ritardo dal 26 marzo

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Ranieri Guerra direttore generale aggiunto dell’Oms, ha definito “un massacro” quanto è accaduto e sta ancora accadendo agli anziani colpiti da Covid-19 nelle Residenze sanitarie assistenziali in Italia. Rifondazione Comunista aveva lanciato in Abruzzo l’allarme il 30 marzo e il primo aprile, con richieste precise : doppio tampone agli ospiti e a tutto il personale, piano immediato di isolamento dei contagiati e di verifica dei loro contatti, fornitura materiale protettivo professionale e sufficiente per la tutela del personale, garanzia ai malati di corona-virus con sintomi lievi il trattamento con i farmaci antivirali e gli altri interventi necessari, reperimento immediato posti i letti in ospedale, anche requisendo cliniche privateper chi deve essere ricoverato/a in terapia intensiva.

 Come ha dichiarato anche Giustino Parruti, della task force della Regione Abruzzo, mentre il virus sembra rallentare all’esterno, corre invece dentro le residenze sanitarie assistenziali, case di riposo, Asp e tra il personale socio-assistenziale. È evidente che le ordinanze della Regione Abruzzo: la n.16 del 26 marzo (10 giorni di ritardo rispetto alle direttive emanate dall’ISS, quando era già esploso il caso nell’ex Onpi di Loreto Aprutino) e la n.32 del 10 aprile (quando erano evidenti le problematiche esplosive nella casa di riposo Santo Volto di Montesilvano) sono state tardive, volte più a tamponare gli eventi che a prevenirli. Eppure da febbraio ci ripetono che andavano protette le persone più deboli, il personale socio-assistenziale e sanitario. Chi risponderà di questo ritardo e dei decessi?

Nella sola provincia di Pescara si contano 70 tra Rsa, case di riposo e case famiglie. L’Istituto Superiore di Sanità ha individuato e contattato al 6 aprile 2020 in tutta la Regione 16 strutture. È clamoroso che di queste 16, solo 3 abbiano risposto all’inchiesta nazionale portata avanti dall’ISS, che mira ad avere una fotografia della situazione drammatica che i pazienti e il personale sanitario delle Rsa stanno vivendo in Italia. Un’ecatombe che coinvolge tutto il paese da nord a sud. [Dati Survey nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie SECONDO REPORT https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-survey-rsa]

Grave che ancora oggi ci siano strutture sprovviste di dispositivi di sicurezza adeguati e in numero congruo alle esigenze. Le Asl e i prefetti incaricati a partire dal 26 marzo dei controlli sulle residenze sanitarie e socio-assistenziali hanno provveduto? Sappiamo che sono in azione già da prima dell’emergenza i Nas. Il coronavirus ha solo aggravato una situazione già con molte ombre nel variegato mondo delle strutture socio-assistenziali. Siano resi pubblici gli esiti dei controlli effettuati. È stucchevole avere bollettini quotidiani sui “passeggiatori abusivi” (in regione le violazioni rappresentano meno del 3% dei controlli effettuati) e non avere un quadro chiaro sulle case di riposo e le residenze sanitarie presenti in Regione. La priorità è per tutti salvare vite umane? La vita degli anziani malati è sacrificabile?

La Regione Abruzzo ha il dovere morale di rendere pubblica la fotografia della situazione in Abruzzo struttura per struttura in base al questionario proposto dall’Istituto Superiore di Sanità. E alle parole vanno fatti seguire i fatti, ci sono i dpi sufficienti per la sicurezza degli operatori? Sconcertano le parole del capo della task force regionale, Alberto Albani, sulla penuria di tamponi per “una difficile condizione del mercato che ne rende carente l’approvvigionamento, soprattutto dopo l’esplosione del virus negli Usa.” e che serviranno altri 10 giorni per aumentare significativamente il numero di tamponi giornalieri. Tutto questo mentre si allungano i tempi di attesa per le risposte ai tamponi già effettuati.

Le emergenze mettono in luce tutti i limiti del sistema di regionalizzazione e peggio ancora sarebbe con la cosiddetta autonomia differenziata. È evidente l’inconsistenza o l’inefficacia del privato nella cura delle persone più deboli e della tutela dei lavoratori. Come abbiamo sempre detto occorre internalizzare i servizi sanitari e socio-assistenziali, basta profitto sulla salute e sull’assistenza dei più deboli.

 Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Marco Fars, segretario regionale PRC-SE Abruzzo
Corrado Di Sante, segretario provinciale PRC-SE Pescara

Nessun risultato trovato.
Nessun risultato trovato.

Articoli correlati

Pin It on Pinterest

Share This