PESCARA: WALTER RANALLI ALL’ULTIMA NOTA
Lutto nel mondo della musica: era un chitarrista di pregio

E’ difficile parlarne al passato, ma tant’è. Walter Ranalli è stato un docente di musica ed anche un amante  puro della montagna. originario di Castilenti, era diventato un pescarese di adozione. Si è spento a 73 anni, lascia la moglie ed un figlio. E’ stato un chitarrista di valore e professore per molti anni del conservatorio statale di musica “Luisa d’Annunzio” dove ha insegnato solfeggio, ma spesso per la sua cultura specifica era inserito nelle commissioni d’esame di chitarra. Ranalli non ha mai abbandonato il palco, comunque.

E’ stato infatti un eccelso interprete di musica classica: lui e la sua chitarra hanno fatto vibrare note e cuori in tutto il mondo. Si era diplomato nel conservatorio aquilano “Alfredo Casella” seguendo le lezioni del maestro Garzia, si era poi perfezionato grazie all’incontro con illustri musicisti del calibro di Oscar Ghiglia e Ruggero Chiesa, oltre a Josè Tomas e Josè Luis Rodrigo. I suoi numerosi allievi non dimenticano le qualità professionali ed umane mostrate durante le fondamentali ore di lezione di teoria e solfeggio che in genere risultano non proprio amatissime dagli studenti di musica, ma che servono per disporre di una base tecnica necessaria a chi si accinge ad avere dimestichezza con uno strumento, qualunque esso sia. Si dedicò ad una intensa attività concertistica che lo portò ad esibirsi in Europa, in Medio Oriente e negli Stati Uniti: celebri i concerti alla “Rubyn Academy” di Tel Aviv, alla “Beyaz Kosk” di Istambul, al Centro Universitario di Belgrado, nella sala Mozart, e poi a Londra, Praga, Vienna, Colonia, Budapest, Ankara.

Insomma, un giramondo. Univa alla musica un’altra passione: quella per la montagna che condivideva anche con alcuni colleghi del conservatorio pescarese. In questo campo, firmò la sua impresa più entusiasmante: la scalata della vetta dell’Island Peak, in Nepal, a quota 6250 metri. Lo ha voluto ricordare la professoressa Roberta De Nicola, attuale direttrice del “Luisa d’Annunzio” che ebbe Walter Ranalli come collega per anni. “Apprendo con sconcerto la dipartita di un musicista intelligente, bravissimo come insegnante perché riusciva ad essere empatico ed a sdrammatizzare. I ragazzi lo stimavano proprio per queste sue caratteristiche. Sempre brillante, era un piacere parlare con lui: un uomo dalla battuta pronta ed innamorato della chitarra e della vita”.

Berardo Lupacchini

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