Occupazione in Abruzzo, M5S: cresce la disoccupazione. Marinelli e Pecorale (PD) la Regione deve cambiare rotta

«Occupazione, la narrazione di Magnacca è scollegata dalla realtà. Aumentano le richieste di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi), altro che segni positivi sull’occupazione. Come Giorgia Meloni, che rivendica milioni di posti di lavoro creati dal suo Governo ignorando ciò che accade nella vita reale, anche l’assessore regionale al Lavoro di Fratelli d’Italia, Tiziana Magnacca, descrive una situazione occupazionale in Abruzzo che semplicemente non esiste. Parlano di aumento dell’occupazione, ma i dati ufficiali dell’INPS raccontano un’altra verità: cresce il numero di richieste per la Naspi, l’indennità destinata a chi perde il lavoro. Un segnale chiaro che disoccupazione e precarietà sono in aumento». Lo affermano i consiglieri regionali Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, quest’ultimo capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

«L’assessore», continuano i consiglieri del Movimento 5 Stelle, «si limita a leggere i numeri delle comunicazioni obbligatorie presenti nel Sistema Informativo Lavoro (SIL), che conteggia ogni tipo di assunzione, anche quelle di un solo giorno. Ma possiamo davvero parlare di occupazione se un contratto dura ventiquattro ore o una settimana? Senza distinguere tra contratti stabili e quelli a chiamata, intermittenti o stagionali, si rischia di travisare completamente la realtà. Questo non è lavoro stabile, è precarietà sistemica».

«Invece di dipingere un Abruzzo da cartolina, come un’isola felice del mercato del lavoro, l’assessore Magnacca dovrebbe concentrarsi sul reale funzionamento dei Centri per l’Impiego, sull’efficienza dell’incontro tra domanda e offerta e sull’analisi seria dei dati», denunciano Taglieri e Alessandrini. «È inutile vantarsi di aver “preso in carico” 60 mila beneficiari del programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), se poi questi restano bloccati in attesa di formazione o di opportunità concrete. “Magnacca definisce “record storico” il tasso di occupazione al 61,2%, ma nel 2023 – secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Regione Abruzzo – il tasso era al 61,3%. Viene spontaneo chiedersi: se oggi è un record, cosa sarebbe stato allora?”

«L’unico dato davvero certo è quello pubblicato dall’INPS: aumentano le domande di Naspi», ribadiscono i consiglieri regionali Alessandrini e Taglieri. «È questo che descrive la reale condizione del mercato del lavoro abruzzese. Solo nel primo trimestre 2025 quasi 9.000 persone hanno fatto richiesta di Naspi. Ma se conosciamo l’Assessore e il suo modus operandi, l’unico dato che fornirà per corroborare i suoi presunti successi, sarà quello del terzo trimestre, ovvero quello che, in ragione della stagione estiva, farà schizzare in alto il numero degli “occupati”. Poco importa se ad alimentare il dato c’è il contratto di qualche ora del cameriere sul ristorante della costa, di un mese a part time al 30% di un bagnino, della settimana di Ferragosto per la badante che si prende cura di un anziano con i familiari in vacanza. Tutti lavoratori che, se va bene, a settembre richiederanno la Naspi, ammesso che ne abbiano diritto, o riattiveranno la Naspi già richiesta o, se va male, torneranno fra i disoccupati senza alcun sostegno».

«Occorre investire in occupazione stabile, in formazione qualificata e in strumenti di sostegno efficaci, capaci di accompagnare davvero le persone verso un lavoro dignitoso. La Regione deve ascoltare i segnali d’allarme che arrivano dal territorio e dalle statistiche ufficiali, anziché costruire narrazioni auto celebrative scollegate dai bisogni reali della popolazione. Solo così si può sperare in un futuro lavorativo migliore per l’Abruzzo», concludono i consiglieri regionali Erika Alessandrini e Francesco Taglieri.

Marinelli e Pecorale su disoccupazione: “Più precarietà e meno diritti: la verità sul lavoro è nei dati. I nodi vengono al pettine, la Regione deve cambiare rotta.”

 

“Le oltre 116mila domande di indennità di disoccupazione non sono statistiche, sono persone. I numeri pubblicati oggi sull’aumento vertiginoso delle richieste di Naspi in Abruzzo svelano l’ennesima bugia del centrodestra, l’Abruzzo non è in condizione di celebrare nulla sul fronte occupazione, perché dai dati emerge il fatto che il lavoro nella nostra regione è sempre più fragile, discontinuo, povero. Tutto questo accade perché non c’è una strategia efficace che consenta di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori più diritti, stabilità, sicurezza e dignità”, così il segretario regionale del Partito Democratico Daniele Marinelli e la responsabile Lavoro del PD Abruzzo, Monia Pecorale commentano i dati dell’INPS sulla Naspi pubblicati oggi.

 “Sono migliaia le persone che hanno perso il lavoro o vivono di contratti a tempo, saltuari, a chiamata – incalzano i due esponenti Dem – . La precarietà è ormai la normalità e questo Governo regionale sta a guardare soltanto, perché dopo gli anni di stallo del primo mandato, con risorse e iniziative bloccate, Marsilio è passato agli annunci, creando aspettative che non è in grado di sostenere, si pensi al fatto che proprio il lavoro è uno dei settori che più risentirà dei tagli per coprire il deficit della sanità. È ora che la Regione Abruzzo cambi passo. Serve una strategia vera, strutturata, mirata all’occupazione: con incentivi stabili per chi assume a tempo indeterminato, formazione continua, attenzione vera ai giovani, alle donne, agli over 50 esclusi dal mercato per ragioni anagrafiche e non più reinseriti.

Per questo motivo, il Partito Democratico sostiene convintamente i sì ai referendum dell’8 e 9 giugno e invita lavoratrici, lavoratori e famiglie ad andare a votare. Dalla fotografia attuale è chiaro che bisogna rimettere al centro i diritti per aprire una stagione vera di cambiamento, anche in Abruzzo. In questo modo faremo la nostra parte per cambiare le cose, perché non basta sbandierare che in Italia ci sono “un milione di posti di lavoro in più” come ha fatto la Meloni sui media, sapendo bene che dietro quei numeri ci sono stipendi che non bastano ad arrivare a fine mese, contratti precari e zero prospettive. Il diritto al lavoro si garantisce con contratti dignitosi, retribuzioni eque e politiche attive vere. Tutte cose che in Abruzzo oggi mancano del tutto”.

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