Amarcord/QUANDO BIANCHINI STESE IL PESCARA 2 marzo 1969, derbissimo alla Civitella: vince il Chieti, il gol è pennese

PENNE – Un affondo, un tiro secco e il gol. Dopo appena 9 minuti, il Chieti va in vantaggio contro il Pescara.

Quel gol resterà l’unico di quel derbissimo vinto dalla squadra di Guido Angelini, il presidentissimo neroverde e proprietario di Villa Pini. Lo ricorda il primo (“La genesi”) dei cinque libri a firma dell’architetto Gabriele Orlando sulla nascita dei Pescara Rangers, stampato dalla grafica Siva di Montesilvano. Era il 2 marzo del 1969 e quella rete decisiva segnata in avvio porta la firma di un pennese doc: Giancarlo Bianchini, 23enne mezz’ala neroverde. Cresciuto nel Penne, con cui esordì a 13 anni e con il tesserino intestato ad Aurelio Colangelo, Bianchini diventò professionista in serie C a San Benedetto del Tronto dove giunse anche Franco Causio. E nella stagione ’68-’69 il passaggio al Chieti, serie C unica. E che girone C con 20 squadre: Pescara, Casertana (allenatore Tom Rosati), Salernitana, Lecce, Avellino, Taranto, Crotone, Potenza e Messina retrocesse dalla B, l’Internapoli di Wilson e Chinaglia per citarne alcune. Da quel torneo c’è la novità di poter portare in panchina il portiere di riserva (numero 12) ed un giocatore di riserva (il 13). Quella domenica di 45 anni fa, si gioca il derby di ritorno dopo lo 0-0 dell’Adriatico davanti a circa 22 mila spettatori. Il campo della Civitella era in terra “vergognoso per la C”, si lamentò il Marsala che, sconfitto 2-1, definì apertamente il terreno di gioco “irregolare nelle dimensioni e delle porte: pali e traverse sono a sezione quadrata, quindi con gli spigoli”. Il Chieti cambiò stadio solo nel 1970 quando venne inaugurato l’attuale impianto dedicato a Guido Angelini. Il Pescara andava male. Era quello del presidente Salvatore Galeota e del vice Vincenzo Marinelli partito per vincere il campionato, ma come quasi sempre in quegli anni destinato a vivere un’altra stagione da dimenticare. Addirittura nel giugno 1972, perdendo 4 a 1 a Trani, sprofonda in serie D; poi Galeota ingaggia Tom Rosati che riporta subito i biancazzurri in C e l’anno dopo, sempre con quei due, arriva finalmente la B. Prima del derbissimo di Chieti, comunque Gianni Seghedoni, il tecnico che nel ’70-’71 portò il Catanzaro in serie A, si era dimesso. Aveva mezza squadra apertamente contro: Franco Oddo, Venditti, Prosperi, Cicogna, Morganelli, Cressoni e Magi. Dimissionario Seghedoni, alla Civitella arriva un Pescara a metà classifica contro un Chieti fra le prime (aveva battuto un mese prima anche la temibile Casertana di Tom Rosati), in panchina siede Mario Tontodonati il cui debutto una settimana prima, contro il Marsala, è stato uno 0-0 assai deludente, conclusosi con un lancio di oggetti contro i giocatori ad eccezione di Cantarelli, Boccolini, De Marchi e Simeoni. A Chieti in quel 2 marzo di 45 anni fa ci sono 7 mila spettatori stipati sui gradoni della Civitella di cui la metà di fede biancazzurra. I neroverdi schierano Rama, De Pedri, Lancioni, Giovanardi, Campagnola, Crippa, Gramoglia, Bianchini, Giugno, Pazienza, Sanseverino. Ci pensa Bianchini a stendere il Pescara dentro un match in cui i neroverdi, diretti da Aroldo Collesi, tirano in porta solo un paio di volte e dispongono di un portiere, Rama, noto per i suoi errori. A fine partita i tifosi teatini umiliano i pescaresi gridandogli:” Quarta serie- quarta serie”. Edmondo Prosperi viene pescato in serata in un night club di Silvi: multato e deferito. Alla fine di quella stagione, in cui il Taranto sale in B in luogo della Casertana che raccoglie 56 punti, ma punita per un illecito sportivo per la gara vinta a Trapani, Bianchini risulta il miglior cannoniere del Chieti con 6 gol, i teatini finiscono settimi con 38 punti, il Pescara è tredicesimo con 35 punti mentre L’Aquila retrocede in quarta serie, ultima con 25 punti. “All’epoca-ricorda Bianchini, farmacista-gli arbitri tutelavano troppo i difensori e quasi per nulla gli attaccanti. Oggi un giocatore come Bruscolotti, picchiatore di grido, che giocava nel Sorrento del comandante Achille Lauro e che soffiò la B a noi della Salernitana nel ’70-’71, non finirebbe una partita!”.

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