Si fa presto a dire, a fare ed a pagare i debiti. Votare un elenco di pagamenti fuori bilancio è un atto ad alto rischio individuale. La corte dei Conti indaga

PENNE – Debiti su debiti. Ritardi nei pagamenti come stile di governo.

E’ dunque un Comune così mal ridotto da anni ed anni di mala gestio, da amministratori e funzionari che hanno scritto un romanzo comunale ormai letto e capito da tutti ed ora ospitati nella stessa casa politica (il centro sinistra, oggi tutti nel Pd), capaci solo di alimentare un sistema di potere basato sui piccoli ricatti, sui gruppi e gruppetti pronti ad incidere sulle scelte di una comunità. Penne è quel cumulo di macerie così ben visibile. In ginocchio, perché si trascina da troppo tempo una situazione finanziaria grave e senza controllo. Soprattutto senza una prospettiva. Una nota anticipata via mail alla segretaria generale Nunzia Buccilli l’8 novembre dà un’altra brutta notizia: è infatti un’altra richiesta di pagamento al Comune. E’ arrivata dalla Banca dell’Adriatico per i finanziamenti ex Agensud: vuole dai pennesi ben 423.732, 36 euro. In ordine cronologico è l’ultimo debito che l’amministrazione D’Alfonso dovrà portare in consiglio comunale e trovare chi glielo voterà come fuori bilancio. Perché c’è la Corte dei Conti che ha acceso le luci sugli atti sempre più delicati varati dal Comune. La lista è lunga ed è stata inviata all’attenzione della dottoressa Oriana Calabresi, cioè alla sezione regionale di controllo della magistratura contabile. Comprende anche l’assicurazione Unipol, organica alla sinistra. Chiede (ed otterrà) 73 mila euro per il recupero delle franchigie sulle polizze RCT/RCO. Poi c’è un gruppetto di micro creditori: conta poco più di 31 mila euro. Sono posizioni che si riferiscono alla pregressa gestione dell’economo. Vecchi creditori come la cooperativa sociale Ciajka; da quattro anni in attesa, dovrebbe passare alla cassa e riscuotere 212 mila euro. Anche la Cogecstre dovrebbe incassare 8.591 euro, così come la ditta Donato Foschini: 3.279, 88 euro. L’assemblea civica, presieduta dall’avvocato Vellante, uno degli aventiniani, ne approfondirà le caratteristiche nel consiglio del 27 dicembre. Spiccano invece i 70 mila euro che dal Comune usciranno in direzione della ditta Comat, quella che depolverizzò le strade comunali nell’ambito dei progetti PS33. C’è una sentenza del tribunale che inchioda l’amministrazione pennese. I consiglieri comunali ne discuteranno il riconoscimento sempre il 27 dicembre. Proviene dal passato anche la richiesta di 9 mila euro (oltre interessi) avanzata, evidentemente a ragion veduta, dagli eredi dell’architetto Vincenzo Cretarola per la progettazione di loculi e cappelle, al cimitero. Ancora la ditta Foschini che bussa forte: reclama 18.681, 55 euro; il consiglio comunale l’esaminerà nella seduta del 27 dicembre. Mostra le fatture dal 2002 al 2005 inerenti i lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione sulla rete della pubblica illuminazione e sugli impianti elettrici delle sedi comunali. Quindi, ci sono quasi 2.500 euro di debiti fuori bilancio già liquidati e pagati, ma ancora da riconoscere per sentenze immediatamente esecutive: 1.811, 31 euro di spese legali all’avvocato Giancarlo D’Angelo e 602 euro relativi a spese di giudizio (tribunale di Chieti). Vi è poi un altro elenco di pendenze giudiziarie in corso che potrebbero dar vita a nuovi debiti fuori bilancio. E cioè: la causa non ancora conclusa che vede contrapposti Antonio Petrucci ed il Comune per il pagamento dell’esproprio di parte dei terreni in contrada Campetto dove sorgono gli impianti sportivi: in ballo ci sono 65 mila euro. Quasi tre volte di più è la richiesta, al centro di un arbitrato extragiudiziale, promossa dall’architetto Francesco Giancaterino (188 mila euro), uno dei tre progettisti della riconversione dell’ex pretura nell’attuale sala polivalente. Non ancora terminata neppure la vertenza fra il Comune e l’impresa degli eredi Dino Di Vincenzo spa sugli interessi per il mancato pagamento dello stato di avanzamento lavori di risanamento e mitigazione del rischio idrogeologico: 54 mila euro, oltre gli interessi. Altra battaglia giudiziaria in atto quella fra Evangelista e Cerqueti da una parte ed il Comune per i danni relativi allo smottamento di un terreno di proprietà comunale ubicato sempre nella cittadella dello sport di contrada Campetto. La perizia per il ripristino dello stato dei luoghi, redatta dal perito del tribunale, parla di 320 mila euro. Lite in aula anche con la famiglia Baroni che chiede 186 mila euro per i danni procurati dall’acquedotto comunale al suo immobile di viale San Francesco. E ancora: non è da sola Giuliana De Febis (moglie dell’ex assessore Vincenzo Di Simone, consigliere dell’opposizione) a chiedere da sette anni 204.757, 87 euro in relazione ai danni al fabbricato di via Clemente De Caesaris a causa dell’infiltrazione di acqua meteorica che si raccoglie nella vicina strada pubblica. Il sicuro esborso per il mancato pagamento dell’esproprio dei terreni agli eredi di Fiorangelo Cutilli è ora all’esame di nuovo della Corte d’Appello che sta accertando, con un supplemento di perizia, solo la quantificazione dell’importo di certo dovuto dal Comune: almeno 400 mila euro. Un altro contenzioso davanti al giudice civile di Penne si riferisce ai due decreti ingiuntivi da parte della Cerin srl di Bitonto che dal ’93 al 2003 si occupò dei tributi comunali: sono 261 mila euro. Altri 420 mila euro sono i debiti che l’ente locale conta nei confronti della Sig spa, ovvero una società mista di cui il Comune è socio. Senza dimenticare la pesantezza di altri debiti, tutti sul versante dei rifiuti: decreto ingiuntivo Ecoemme spa 749 mila euro (giudizio in corso per avvenuta opposizione); ancora Ecoemme (decreto subito esecutivo): 801.158 euro, Deco spa: 1.098 mila euro, debito per cui c’è un verbale di conciliazione, firmato davanti al tribunale di Pescara, da estinguere in 5 anni. Resta il dato di fondo, e cioè che il Comune paga tutto con un ritardo notevole: dagli asili ai trasporti, alle mense ai servizi sociali, alla pubblica illuminazione.

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