Futuro del San Massimo, PCA chiede incontro al Direttore Botti

PENNE – “Il presidio ospedaliero “San Massimo” di Penne custodisce i criteri per svolgere l’attività sanitaria sul territorio.

Siamo contrari a qualunque altra ipotesi di rimodulazione. È impensabile, infatti, che nella provincia di Pescara possa operare un solo ospedale, cioè quello della costa, sacrificando così le aree interne, già penalizzate dall’assenza di collegamenti stradali. Nella nuova programmazione sanitaria 2016/2018 messa in cantiere dalla Regione Abruzzo, a differenza di altri presidi abruzzesi, il San Massimo ha i requisiti per ottenere la deroga, essendo la struttura ospedaliera vestina ubicata in un’area disagiata e con un bacino di utenti residenti, in parte, in una fascia montana”. Lo affermano in una nota Emidio Camplese e Gilberto Petrucci, componenti del movimento civico “Penne Città Aperta”. “Ovviamente, deve esserci una struttura sanitaria che abbia tutte le caratteristiche per essere riconosciuta come presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata e, in quanto tale, dotato di un pronto soccorso h24 e di servizi medico-ospedalieri dedicati all’emergenza-urgenza. Siamo fiduciosi che dal ministero e dal vertice commissariale della Regione Abruzzo possano giungere delle indicazioni confortanti in tal senso, al fine di poter garantire il diritto alla salute in aree interne che già tanto stanno pagando a causa dello spopolamento e della crisi economica. Chiederemo un incontro al direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Sanità, dott. Renato Alberto Mario Botti, per individuare un percorso idoneo finalizzato alla tutela del presidio ospedaliero San Massimo di Penne”.

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