Punto nascita: la Ministra e suoi suggeritori

PENNE – Lacerba dovrebbe persino ringraziare la Lorenzin per la riposta fornita, con colpevolissimo ritardo, all’interrogazione sul punto nascita di Penne, presentata dalla deputata calabro-piemontese Celeste Costantino, ben 15 mesi fa, l’11 settembre 2014 (cofirmatario, l’On. Gianni Melilla).

Le notizie fornite dalla Ministra sono le stesse date da Lacerba, sin dall’ottobre 2014, anche a beneficio di una pletora di sordi (molti i politici), che ha scemenzato per mesi evocando deroghe, per i punti nascita sotto i 500 parti annui, che la normativa non prevedeva, come ribadito nella risposta in parlamento (“… comunque non al di sotto dei 500 parti.”). Potremmo elencarne i nomi ma per la misericordia sollecitata da Papa Francesco, ce ne asteniamo. Ci limitiamo a riprovarne l’ignoranza! Lacerba, inutilmente, invitò tutti quei queruli a rivolgersi ai parlamentari, per modificare, eventualmente, i criteri di riferimento per i punti nascita. Nessuno lo fece o per codardia, o per il gioco delle parti (protestare per vendere solo fumo all’opinione pubblica ma parteggiare in realtà per le decisioni già prese …) o, molto spesso, anche per pura ignoranza perché a molti, a troppi, è di peso leggersi le carte, informarsi, mentre non gli dà alcun fastidio parlare, specie a vanvera. Ciò precisato, la risposta della Ministra all’interrogazione si presta a qualche opportuno commento. Anzitutto, di metodo. Dice il regolamento della camera dei deputati che “l’interrogazione consiste nella semplice domanda, rivolta per iscritto, se un fatto sia vero, se alcuna informazione sia giunta al Governo, o sia esatta, se il Governo intenda comunicare alla camera documenti o notizie o abbia preso o stia per prendere alcun provvedimento su un oggetto determinato”. La Ministra nel fornire la risposta ha violato, sicuramente sul piano formale, il regolamento e l’interrogante ha tutto il diritto di protestare fermamente presso la presidenza della camera. La risposta all’interrogazione, infatti, deve essere del Ministro interrogato e non di un’altra fonte (anche se ha collaborato nell’elaborazione della risposta). La Lorenzin, invece, ha solo letta quella approntata, su richiesta dell’ufficio per il sindacato ispettivo del suo ministero, dall’Ufficio del Commissario ad Acta per l’Abruzzo. Ora questa presa in giro la Lorenzin la può riservare a tutti i suoi parenti, se crede, ma dovrebbe risparmiarla a un rappresentante del popolo che non ha chiesto (non ne aveva facoltà) di conoscere, sull’interrogativo posto, il pensiero di quell’Ufficio ma del Governo, al quale l’on. Costantino aveva chiesto, “se il Ministro interrogato … non ritenga opportuno concertare con il commissario … dei criteri oggettivi … per individuare i comuni corrispondenti ai territori ritenuti più “disagiati” con una viabilità non adeguata e con caratteristiche oro geografiche particolari con difficoltà d’accesso a per le partorienti”. A questa precisa domanda il Ministro non ha nemmeno dato risposta se non su un punto che merita un secondo commento. Infatti, in modo stupefacente e con una disinvoltura degna della sua carriera politica (dal coordinamento regionale laziale di Forza Italia alla corte di Paolino Bonaiuti, ex portavoce di Berlusconi, alla poltrona ministeriale), la Lorenzin “legge” nella risposta all’interrogazione, la quale, le piaccia o no, è da ascrivere a lei personalmente, perché questa è la regola, che “sono state escluse, per il punto nascita di Penne, criticità riconducibili a ragioni di viabilità”!!! La risposta della Ministra fa schiumare di rabbia i Vestini! Si tratta, al di là del reparto ostetrico, di un’offesa grave per le storiche ed enormi difficoltà dei collegamenti sia all’interno dell’area Vestina, sia con la costa. Persino il Governo, tramite Anas, aveva riconosciuto la necessità di intervenire con un progetto, sia pure scellerato, come la né Mare-né Monti”. Ma, attenzione! Dice la Lorenzin: “Da ultimo, sono state escluse … criticità ” viarie. “escluse” da chi? Eh, dall’Ufficio del Commissario ad acta! Ecco il suo suggeritore! E’ la Ministra stessa che ce ne informa nell’incipit della sua irrituale risposta, dicendo che quell’Ufficio “ha precisato che…”! Gli uppercuts per i Vestini sono, dunque, due: 1) il punto nascita del San Massimo non ha i requisiti per rimanere aperto ( e questo lo sapevamo da un pezzo, almeno noi di Lacerba e i suoi lettori; 2) nella nostra area non ci sarebbero criticità per la viabilità. L’invito alla misericordia di Francesco c’impedisce commenti istantanei anche sulle fregnacce più insopportabili e insultanti, come quest’ultima. Speriamo soltanto che i lettori riflettano bene sugli accadimenti e sui loro protagonisti per farne tesoro nel momento in cui loro saranno chiamati (se saranno chiamati) a compiere scelte! Penne e l’area Vestina precipitano verso nell’omega delle loro vicende storiche e amministrative in una desolante carenza di leadership e di autorevolezza e in una desolante latitanza anche di dignità.

Giovanni Cutilli

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