Preciso che/La CNA non spende per la politica

PENNE – Il sottoscritto Riccardo Colazzilli, nelle vesti di legale rappresentante della Confederazione Nazionale Artigianato di Pescara, riferendosi all’articolo dal titolo “Solo una domanda: nel Pd chi comanda”, pubblicato sul numero 4 del 31 luglio 2012 del periodico Lacerba (edizione cartacea ed on line) intendee replicare.

L’articolo afferma: 1) La circostanza contenuta nella frase “Negli ultimi mesi la CNA diretta dall’orafo pescarese Italo Lupo ha messo mano più volte al portafoglio per estinguere alcune spese pendenti della campagna elettorale del sindaco Rocco D’Alfonso e della gestione del partito pennese” non è rispondente al vero e destituita di qualsiasi fondamento, non avendo mai la CNA provveduto a ripianare spese elettorali effettuate da qualsivoglia candidato, partito o formazione politica. 2)La circostanza contenuta nella successiva frase “Nelle ultime ore il portavoce del gruppo CNA “ non è rispondente al vero, non avendo e non potendo avere la CNA alcun portavoce all’interno di istituzioni politiche elettive o territoriali, per il fatto che la CNA è un’associazione d’impresa e non un partito politico e non esprime dunque rappresentante alcuno in seno a detti organismi. 3)La circostanza contenuta nella frase “C’è poi da scegliere il nuovo segretario cittadino del Pd: scelta che potrebbe cadere su un uomo della CNA” non è rispondente al vero, per le stesse ragioni di cui al punto precedente. 4)La circostanza contenuta nella frase “Anche questa volta, dunque, come è facile intuire, interverrà la longa manus della CNA per mettere tutto a tacere e regolarizzare la posizione degli iscritti pennesi finora fuori dal partito “ non è rispondente al vero, non essendo- come detto-la CNA un partito o un raggruppamento politico, non aderendo come tale al Pd o alcun altro partito politico e non provvedendo dunque a regolarizzare la posizione di iscritti a formazioni politiche”.

Prendiamo atto che la CNA non ha mai provveduto a ripianare spese elettorali effettuate da candidati. Ne prendiamo atto sulla base comunque di quanto sostiene: perché non ci offre testimonianze contabili. Né in Comune esistono rendicontazioni delle spese elettorali sostenute dai candidati alle elezioni del 2011. Tuttavia è ancora consentito, dichiarandolo formalmente, e dunque non è un reato, contribuire alle spese in una competizione elettorale italiana. Lacerba l’aveva scritto sulla base delle rivelazioni convergenti raccolte da più fonti politiche del Pd pennese. Quanto al “portavoce del gruppo CNA”, e cioè un dipendente comunale che fa politica da sempre, Lacerba si è comportata come tutti i giornali del mondo: esemplificando e sottolineando accostamenti ed appartenenze come retroscena per nulla diffamatori a parere dello scrivente, e non solo. Non abbiamo mai scritto infatti che la CNA ha pagato tangenti a pubblici funzionari o che suoi dipendenti, con incarichi pubblici (come da anni l’assessore Ennio Napoletano), siano motivo di discredito. E’ naturale che l’ambito di attività professionale di un individuo, aspirante a gestire le sorti di una comunità, influisca nell’attribuzione nell’urna dei consensi. Specie se uno di mestiere fa il sindacalista o l’imprenditore. Quando Lucio Marcotullio venne eletto sindaco, tutti accostarono con la massima facilità i suoi successi elettorali alla rendita di posizione di vertice nella Brioni che, naturalmente, conta su molte persone maggiorenni capaci di esercitare il proprio diritto-dovere di voto. (B.Lup.)

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