Penne: la Società Operaia censura il democrat Vellante

PENNE – Ci sono momenti nei quali la politica deve, per principio etico, rimanere alla porta.

E’ capitato, invece, che sabato mattina, in occasione della premiazione della Pagella d’Oro, che si è svolta nella storica sede del Palazzo Aliprandi, la politica ha operato una clamorosa e netta invasione di campo, entrando con forza sul terreno neutro e immacolato della Società Operaia di Mutuo e Soccorso “Diego Aliprandi”. Il presidente del sodalizio vestino, Raffaele Silvi, ha negato infatti la parola ai rappresentati dell’amministrazione comunale, che per tradizione e protocollo celebrano il saluto istituzionale all’inizio della cerimonia. Come è noto, in queste circostanze, non si nega mai la parola a chi patrocina l’evento, perché infonde all’organizzazione il crisma istituzionale; sia per la sagra della ciliegia, sia per una partita di scacchi: l’istituzione interviene sempre. In sala, a rappresentare l’amministrazione comunale di Penne, c’era il Presidente del Consiglio comunale nonché socio del sodalizio, l’avvocato Gabriele Vellante, Pd, che, al momento dei saluti delle autorità, non è stato invitato a porgere agli ospiti presenti l’accoglienza istituzionale. Uno scivolone che provocherà, come è evidente, un forte scossone all’interno del Partito democratico, già dilaniato e spompato. Come mai lo storico socio (premiato ieri per i suoi primi 40 anni di iscrizione) e presidente della Società Operaia pennese, l’esperto Raffaele Silvi, ha commesso un clamoroso incidente istituzionale di questa valenza? Il sospetto è che, a suggerire a Silvi la preventiva censura istituzionale, sia stato qualche istante prima il Presidente Onorario del sodalizio, cioè l’ex sindaco Lucio Marcotullio, che verso Vellante ha un forte risentimento personale per via del pasticcio amministrativo che egli ha fomentato sul regolamento degli standard urbanistici. Il Presidente del Consiglio comunale ci è rimasto molto male. Malissimo. In sala c’era anche l’ex sindaco Donato Di Marcoberardino, che non ha gradito questo trattamento, dunque, una caduta di stile senza precedenti. Una macchia che ora difficilmente sarà cancellata e rimossa dalla storia della Società Operaia “Diego Aliprandi”, che si è sempre distinta in campo sociale poiché lo statuto è ispirato a valori solidaristici e di fratellanza elargiti dal patriota Giuseppe Garibaldi che lottò per una Italia unita. A Penne, evidentemente, i rimasugli pre-unitari sono ancora presenti.

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