Penne: amministrazione controllata

PENNE – Crisi politica e finanziaria nel Comune di Penne. Ieri, secondo indiscrezioni, si è svolto un serrato confronto tra il sindaco Rocco D’Alfonso e i rappresentanti dell’Api, guidati dal consigliere comunale Remo Evangelista, dopo le delibere di urbanistica ritirate dalla maggioranza nell’ultimo Consiglio comunale.

Tutto questo in attesa del vertice interno al Pd, che dovrà ridisegnare la nuova segreteria di Piero De Bonis: fuori dal gruppo la corrente renziana. A riscaldare il clima c’è anche la crisi finanziaria dell’ente vestino che si è improvvisamente aggravata, dopo la notifica al Comune di un decreto ingiuntivo inviato dalla Ecoemme, cioè la società mista che si occupa della raccolta della nettezza urbana, per un importo di circa 800 mila euro. Perché solo ora sbuca questo provvedimento? Strano che nessuno sapeva dell’esistenza di un debito così consistente nella contabilità ordinaria. L’amministrazione comunale sembra imbalsamata. Le strade da seguire per uscire dalla crisi, le uniche, sono due: fare immediatamente cassa con la vendita degli immobili messi sul mercato e recuperare crediti. Cifre dunque incerte, che non consentono oggi di programmare l’attività amministrativa futura. Unica soluzione sarebbe l’accertamento del dissesto finanziario. Ipotesi forse poco praticabile per una maggioranza che si è insediata solo un anno e mezzo fa. I malumori intanto crescono all’interno della coalizione di centrosinistra: Api è pronta ad abbandonare la maggioranza (sostegno esterno) e alcuni consiglieri comunali del Pd, come Gabriele Vellante e Gabriele Pasqualone, non avrebbero problemi a sottoscrivere la mozione di sfiducia contro il sindaco Rocco D’Alfonso. L’effetto domino potrebbe coinvolgere anche Luigi D’Angelo, IdV, che è abituato ai colpi di testa. Incerta anche la posizione politica dell’assessore comunale alla Cultura, Paride Solini, giovane democrat, pronto a distinguersi all’interno del Pd: ora avrebbe finalmente l’opportunità. Il quadro dunque è molto scuro. Per il primo cittadino, la casetta del mulino bianco che gli avevano prospettato è diventato improvvisamente un rudere. L’amministrazione comunale è attaccata a un respiratore artificiale. Vedremo chi avrà il coraggio di staccare per primo la spina.

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