PENNE – Il Comune di Penne ha deciso di mettere sul mercato il 12% delle quote detenute in Vestina Gas Srl (57%), la società pubblica che si occupa di commercializzare il gas nell’area vestina, cioè il 6% in più rispetto al primo bando di ottobre (andato deserto), per incassare 790 mila euro.

Lo sconto è notevole: quasi il 50% in meno del valore stimato dal commercialista Tony Di Nino, ex amministratore di Sig Spa, che ha periziato in circa 7 milioni e mezzo il 57% delle quote del Comune di Penne. Non ci sarà, poi, un secondo bando: la procedura di vendita passerà attraverso una trattativa privata con l’acquirente che, secondo la manifestazione di interesse protocollata in Comune, potrebbe essere la società HeraComm. L’operazione, come riporta la delibera di giunta, è supportata da un parere legale firmato dall’avvocato aquilano Carlo Montanino, marito della segretaria generale del Comune di Pescara, Carla Monaco, voluta a Palazzo di Città dal presidente Luciano D’Alfonso. La vendita comunque dovrà perfezionarsi entro il prossimo 30 novembre per evitare che il bilancio possa discostarsi dalla previsione. Ora la palla passerà ai consiglieri comunali di maggioranza, che saranno chiamati a ratificare la delibera di vendita, pericolosa sul piano giuridico. Smentire la perizia di un commercialista e procedere alla vendita con l’affidamento diretto è come lanciarsi nel vuoto dal settimo piano. Basterà un parere legale per convincere i 9 consiglieri di maggioranza a votare la delibera così azzardata? E poi, sul piano patrimoniale si configurerebbe la clamorosa “svendita” di un asset dal notevole valore commerciale. E adesso come si comporterà il Comune di Collecorvino che sta per emanare il bando pubblico per vendere il proprio 11%? Infine, c’è Loreto: cosa dirà il sindaco Starinieri rispetto alla clamorosa operazione di finanza creativa messa in piedi dal sindaco Rocco D’Alfonso e dalla sua maggioranza (quale, però?). Ma il Consiglio di Amministrazione di Vestina Gas Srl ha deliberato la vendita a un socio privato?