Il sindaco: un polverone le accuse mosse dal Pd

Remo Giovanetti
Remo Giovanetti

Dal quotidiano Il Centro

LORETO APRUTINO. Ancora nubi all’orizzonte per il sindaco di Loreto Aprutino Remo Giovanetti.

Dopo la spaccatura interna alla maggioranza tra il Partito democratico e l’Italia dei Valori che ha portato negli ultimi quattro mesi a più di uno scontro tra gli esponenti della coalizione di centrosinistra, per il primo cittadino e la sua squadra di governo si apre un nuovo fronte di opposizione questa volta esterno all’amministrazione.

A criticare l’operato dell’esecutivo guidato da Giovanetti, e in particolare le scelte degli amministratori del Pd eletti in consiglio, è il circolo cittadino dei Democratici che nei giorni scorsi ha divulgato un manifesto con il quale si dissocia pubblicamente dalla linea politica seguita dall’amministrazione.

Secondo quanto riportato nel documento, il Partito democratico, pur apprezzando l’atto di responsabilità dell’Idv – che ha deciso temporaneamente di rientrare nei ranghi votando alcune importanti delibere in materia di bilancio nell’ultimo consiglio comunale – ritiene che dopo la profonda crisi ancora in essere, e mai superata, non sia più possibile tollerare la filosofia del “tirare a campare”.

«Il Pd», sostengono i rappresentanti del partito, «non può condividere questo stato di confusione che sembra regnare sovrano in Comune. Questo andare avanti alla giornata, è mancanza di rispetto verso i cittadini di Loreto e gli impegni assunti in campagna elettorale».

«Il perdurare di tale situazione», continuano i rappresentanti, «costringe il Partito democratico a prendere le distanze da questo modo di amministrare, non condividendo che il governo di pochi si sostituisca alla partecipazione democratica dei tanti, in quanto si rischia di dare un’immagine poco edificante e distorta della politica e la sensazione di una gestione personalistica della cosa pubblica».

L’accusa più grave rivolta al sindaco e ai consiglieri dal circolo loretese del Pd è quella di aver estromesso il partito dalle scelte amministrative, prassi seguita – secondo i più critici del direttivo – in maniera sistematica e costante fin dall’insediamento avvenuto nell’aprile del 2010.

Per i firmatari del manifesto sono stati due anni di vita amministrativa «non brillanti», segnati dalla mancanza di programmazione, incisività e tempestività nella risoluzione dei problemi, chiarendo alla cittadinanza la propria estraneità in merito a decisioni spesso biasimate dalla sezione.

Il direttivo del Partito democratico però si dice disponibile ad aprire una nuova fase di confronto e dialogo, sia con l’amministrazione che con le altre forze politiche per il bene della collettività.

Claudia Ficcaglia

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