Corruzione a Rigopiano, il Comune che fa?

FARINDOLA – Ci provano Enzo Di Vincenzo e Vincenzo De Berardinis, consiglieri di minoranza, a far inserire nell'ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì 28 novembre, la costituzione di parte civile del Comune, parte offesa, per la vicenda giudiziaria che vede indagati il sindaco attuale Antonello De Vico (ma all'epoca dei fatti, settembre 2008, solo consigliere di maggioranza), il suo predecessore Massimiliano Giancaterino (sindaco dell'epoca), gli ex assessori Walter Colangeli e Marzola, più l'allora consigliere Fusaro, oltre ai cugini Marco e Roberto Del Rosso della defunta Del Rosso srl.

 

Sono accusati dal Pm Varone (udienza preliminare a gennaio 2012) di aver agito in combutta fra loro favorendo la Del Rosso srl, che gestiva l'hotel Rigopiano, ma nel frattempo fallita, attraverso una sanatoria votata dal consiglio comunale il 30 settembre 2008. Un'autorizzazione che serviva per sistemare l'occupazione abusiva di suolo pubblico dell'albergo. L'autorizzazione a sanatoria, sostiene la procura, si basava sul presupposto che detta occupazione non costituisse abuso edilizio per mancata, definitiva trasformazione del suolo. Come corrispettivo, i pubblici amministratori in carica all'epoca si facevano promettere e dare utilità economiche. In particolare: De Vico e GIancaterino, oggi avversari, una promessa di denaro per finanziare il partito democratico nel settembre 2008; ancora De Vico, passato all'Udc: si faceva pagare 26.250 euro come parziale restituzione di un pregresso debito contratto da Ermanno Del Rosso, zio dei due titolari dell'albergo, verso Marcello De Vico, padre di Antonello. L'allora consigliere, ma oggi sindaco De Vico, otteneva anche assunzioni per propri protetti. Colangeli impiegava presso la Alcyonia srl (dei Del Rosso) la figlia Federica e presso l'albergo Rigopiano la donna con cui era sentimentalmente legato, Lidiya Koropetska. Anche Marzola faceva altrettanto: la propria nipote Maila trovava lavoro all'hotel, mentre Fusaro ometteva di astenersi dal voto a favore, nel consiglio del 30 settembre 2008, benchè la moglie, Adele Del Ponte, lavorasse nell'Alcyonia. Per i Del Rosso pende l'accusa di corruzione nei confronti dei pubblici amministratori. Il tempo per costituirsi parte civile comunque c'è ancora, ma è chiaro che si tratta di una patata molto bollente da gestire a Farindola da parte di un sindaco, De Vico, già impelagato in altre vicende penali che portarono ai suoi arresti domiciliari nell'aprile 2010 in qualità di rappresentante del suo Comune in seno alla Comunità Montana Vestina. Tra l'altro, ha fatto votare una delibera in cui intendeva tutelarsi dalle notizie sulla sua condotta che non andavano confuse con il suo ruolo di primo cittadino non interessato da quel presunto malaffare. Non solo: per la inchiesta sulla "mare-monti", De Vico vuole che la sua amministrazione si consideri danneggiata dalla mancata realizzazione della strada pennese. Se il metro è questo, per la storia di Rigopiano la costituzione di parte civile appare doverosa allo stesso modo. 

 

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