1/IL CLUB DEGLI INELEGGIBILI. Ma nessuno se ne è accorto

PENNE – Probabilmente Francesca Vecchi, giovane segretaria promossa a Penne segretaria generale, non si aspettava di trovarsi davanti il caso sull’ineleggibilità di D’Alfonso e poi quella, ma di consigliere provinciale, del primo cittadino di Abbateggio, Antonio Di Marco, sempre del Pd, e di un Comune vicino a casa sua e in cui è cresciuta professionalmente e di cui è ancora segretaria in convenzione con Penne.

Già, perché Di Marco sta concludendo il suo secondo ed ultimo mandato da sindaco del borghetto di Abbateggio (400 anime) e nel contempo sta chiudendo la sua esperienza come consigliere della Provincia di Pescara. Due cariche elettive per l’ex segretario provinciale aggiunto del Pd ed esponente di rango dei Borghi più belli d’Italia vietate dall’articolo 60 del testo unico sugli enti locali. Di Marco infatti non si è mai dimesso da primo cittadino (altrimenti si sarebbe tornato alle urne) per partecipare alla competizione elettorale della Provincia nel 2009. Nessuno ci ha fatto caso, comunque. Di Marco si è portato a casa per cinque anni le sue indennità ed i suoi rimborsi. Perché nessuno controlla nessuno negli enti locali. Qualche chilometro più in là, è sfuggita anche l’ineleggibilità a consigliere provinciale del sindaco di Torre dé Passeri Antonello Linari, sempre del partito democratico. E’ ininterrottamente in carica come sindaco dal 2004 (dunque non può ricandidarsi) e alla Provincia è stato eletto per ben tre volte: nel 1999, nel 2004 e nel 2009. Da sindaco e da consigliere provinciale non si è mai dimesso. Cariche elettive cumulate, ma espressamente vietate. Paolo Fornarola da sindaco di Penne, mai dimessosi nel 2004 quando si votò alla Provincia, tentò di farsi eleggere consigliere provinciale: se ci fosse riuscito, sarebbe stato ineleggibile, sempre che qualcuno se ne fosse accorto. Poi gli andò ancora meglio: da esterno venne nominato assessore alla cultura dal 2005 al 2009 e mise insieme le indennità del Comune (non male all’epoca altro che i 1.400 euro percepiti oggi da D’Alfonso) e quelle della Provincia. Nessuno controlla, dunque. Balza agli occhi anche il comportamento di Michele Smargiassi, segretario generale a Penne in quel 5 luglio 2011 quando Rocco D’Alfonso, fresco sindaco (eletto il 16 maggio) con elezioni da poco convalidate, gli presentò le tardive dimissioni (avrebbe dovuto farlo entro il 15 aprile) da consigliere di circoscrizione a Reggio Emilia, ma lui si limitò ad autenticare la firma, senza porsi minimamente il dubbio che così facendo si dimenticava di segnalare d’ufficio l’ineleggibilità di D’Alfonso a sindaco. Smargiassi poi se ne andò da Penne, aveva la testa altrove. E poi dicono i segretari: li scelgono i sindaci, mentre un tempo li designava il ministero dell’Interno. Già.

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