PENNE – I partiti politici e le liste civiche che intendono utilizzare lo spazio pubblico di via Dante tengano bene a mente le regole emanate dal sindaco Rocco D’Alfonso.
Il primo cittadino vuole mettere ordine e ha così ordinato, avendo firmato un’ordinanza, ai rappresentanti di chi fa politica a Penne di recarsi dal comandante dei vigili urbani con i propri scritti per sottoporli a non meglio precisate verifiche su quanto si intenda pubblicare. Il manifesto o quant’altro, se autorizzato a questo punto, non può restare visibile per più di 7 giorni. Non solo. D’Alfonso ordina anche che sullo stesso argomento, ad esempio il bilancio piuttosto che il PRG, non ci possano essere più comunicazioni concomitanti. L’amministrazione si attribuirebbe così il potere discrezionale di decidere cosa possa essere pubblicato e cosa no. Perché se Penne Nuova scrivesse il 15 novembre delle tasse troppo alte e PenneSì volesse dire contemporaneamente la sua su quei residui attivi (crediti accertati ma non riscossi) eliminati, nei quali sono finite anche assortite tasse non fatte pagare a qualche pennese, chi stabilirebbe che si tratti dello stesso tema o di temi diversi?Il capo dei vigili, designato nell’ordinanza a verificare. Un funzionario comunale cioè che risponde all’amministrazione, cioè al sindaco, oggi D’Alfonso. Una verifica preventiva che sa tanto di censura preventiva. Una disciplina alquanto ambigua che può essere letta anche come un ulteriore attacco alle voci di critica politica. Il riferimento è a quella delibera di giunta con cui, mesi fa, si sono introdotti significativi esborsi per i diritti di ricerca in capo a chi chiede il rilascio di atti comunali in relazione alla loro data di emanazione. E su questo tema il difensore civico regionale, interpellato dal Pdl, ha aperto un’inchiesta, chiedendo al Comune su quali basi giuridiche si sia mosso per normare la questione. Il difensore, l’avvocato Nicola Sisti, gioca all’attacco e sta ancora aspettando.