PERCHE’ SI UCCIDE UN MAGISTRATO? Quante storie per un delitto. Le illustra Paolo Mastri in “Tutto così in fretta” il 7 marzo alle 18 a Loreto

Il ritratto di una città in nero. E di un’Italia, quella degli anni ’70 non troppo diversa da quella odierna, avvolta dalle nebbie. Un romanzo che merita il grande schermo questo “Tutto così in fretta” (Ianieri edizioni), firmato dal giornalista Paolo Mastri, capo della cronaca pescarese de Il Messaggero. L’attenzione ai personaggi, creati e descritti con raffinata intelligenza; c’è la cura delle storie che in sequenza si incrociano in un crescendo di tensione narrativa, partendo dal sequestro di Aldo Moro, 16 marzo 1978.

E’ nella notte che precede il suo rapimento, e l’eccidio della scorta da parte delle (“anche”, secondo le conclusioni della commissione parlamentare Moro 2) Brigate Rosse, in via Fani a Roma, che a Pescara viene ammazzato un magistrato, Prati, proveniente da Torino dove si era occupato di terrorismo. Mastri richiama apertamente la dinamica dell’omicidio dell’avvocato Fabrizi, realmente accaduto nell’ottobre del ’91 in piazza Muzii: un assassinio con la a maiuscola, quello, per capirci, mai risolto e che cambiò il corso della politica abruzzese di lì a poco travolta dalla Tangentopoli teatina e pescarese. Nota a margine: la procura pescarese della Repubblica, retta da Enrico Di Nicola, non appellò inspiegabilmente l’assoluzione di Alessandro Pinti, il killer, così come del suo mandante: il costruttore chietino Mario Mammarella. E l’assassinio romanzato di Prati apre scenari tutti da seguire attraverso la lettura delle 190 pagine scritte con uno stile sobrio e chiaro da Mastri. L’indagine di un capitano, Luise, il capo centro del servizio segreto interno, da un paio di mesi giunto a Pescara, offre la soluzione di un giallo potente e caratterizzato da risvolti psicologici importanti. La morte di Prati fa perciò i conti con personaggi piuttosto inquietanti: dal sarto Tintori, il più richiesto di Pescara, testimone sotto la neve del delitto; alla vedova del costruttore Di Labio, sotto la cui abitazione viene ucciso il magistrato; alla sagoma di Riccardo Venturi, il magnetico terrorista nero capace di firmare un colpo miliardario a Parigi. In mezzo, il rapidissimo sviluppo di Pescara e la caccia grossa al business senza scrupoli. Sullo sfondo, l’Italia della strategia della tensione degli anni ’70. Il caso Moro oscura il caso Prati. In fondo, fa comodo così agli inquirenti ufficiali. Tutt’intorno è crimine. 

(Paolo Mastri, invitato da Camillo D’Angelo, storico collaboratore de Il Messaggero, sarà ospite della biblioteca Gaetano Panbianco di Loreto Aprutino alle 18 di giovedì 7 marzo. Introduce e modera l’incontro Donatella Granchelli, responsabile della biblioteca; la lettura dei brani sarà dell’attore di teatro Fausto Roncone, interverrà il sindaco Gabriele Starinieri).

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