Penne, leggende e prodigi intorno al Cristo di pezza

PENNE – Misteri, leggende e miracoli attorno ad un Cristo di stoffa di non più di mezzo metro di cui pochi sanno o ricordano l’esistenza.

Ed è così che si alimenta il fascino su ciò che furono le Dame di Malta che per secoli custodirono l’icona. Il Cristo è ora nella cripta del museo civico diocesano, di Penne, chiuso a causa del terremoto del 2009, dopo che venne trasferito dalla chiesa di San Giovanni Battista, una rarità abruzzese. Le suore Gerolosomitane erano il ramo femminile dell’ordine dei Cavalieri di Malta nato per difendere la fede cristiana e offrire ospitalità ai pellegrini che si recavano in Terra Santa. Erano a Penne dal 1230 per assistere infermi e derelitti. Quasi dimenticata dagli anni ’60, quando le fu preferita la vicinissima chiesa della Santissima Annunciazione, San Giovanni Battista è del ’500, poi ritoccata nel ’700, si fa notare per le sue croci, scolpite e disegnate ovunque.
Grazie alle credenze popolari, è arrivata ai giorni nostri una leggenda sulle monache, coriste (nobili) e converse (non nobili). Si racconta infatti che la priora del convento, già istituto d’Arte ed oggi palazzo di giustizia, una volta ultimati i lavori della chiesa e arrivati alla vigilia solenne della consacrazione, volle dare a questo piccolo Cristo di pezza una sistemazione ed una venerazione più degna. Fu così che venne collocato nel più prezioso degli altari, ma lei e le sue consorelle appena presero il Cristo dalla sua urna originaria su Penne si scatenò un violentissimo nubifragio e tutte le religiose persero la vista. Soltanto una, anziana e malata, ebbe la forza di alzarsi e di andare in soccorso di tutte le altre. Da quell’istante il cielo tornò sereno e tutte le monache riacquistarono la vista. A Penne si sparse la voce del miracolo inducendo il vescovo a riportare nella sua urna quella sacra immagine. Dai primi anni ’90, dopo un restauro voluto dalla Brioni all’epoca guidata da Lucio Marcotullio, il Cristo di stoffa venne trasportato e custodito nel Museo Civico Diocesano. A rinfrescare la memoria provvede il sito luoghimisteriosi.it che torna a mettere in primo piano San Giovanni Battista: nel 1751 papa Benedetto XIV concesse persino l’indulgenza plenaria a chi visitava la chiesa il 24 giugno ed il 29 agosto giorni della nascita e della morte di Giovanni Battista. Italia Nostra da anni è impegnata a ridarle vita. Antonio Di Vincenzo, il suo presidente, ha stabilito un contatto con la prefettura che ne è proprietaria per conto del ministero dell’Interno e insieme con la Curia Arcivescovile Pescara-Penne. «Vorremmo che la chiesa tornasse ad ospitare sante messe ed abbiamo parlato con don Giorgio Moriconi che ne sarebbe ben lieto». L’attesa continua.

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