PENNE – Un uomo, una storia. La Storia. Clemente De Caesaris era un patriota, fu l'uomo che riuscì a prendere il Forte Borbonico di Pescara senza spargere sangue, ma corrompendo con l'oro i duemila soldati che lo presidiavano, aprendo così la strada a Vittorio Emanuele II che potè entrare senza colpo ferire nel Regno delle Due Sicilie.
Conquistato il Forte, Clemente De Caesaris completò la liberazione operata da Garibaldi. Da lui aveva ricevuto l'ordine di reclutare i volontari e di provvedere alla causa nazionale in Abruzzo con la carica di prodittatore, con poteri assoluti. Giovedì 25 novembre alle 16 la sua illustre figura sarà ricordata in una conferenza del professor Candido Greco alla Società Operaia nell'ambito di una serie di iniziative promosse dal Comune per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Un personaggio, De Caesaris, che per le sue idee liberali di stampo repubblicano-socialista, trascorse in un trentennio molto tempo nelle galere di Teramo, Foggia, Brindisi, Nisida e nei due esilii di Teramo e di Bovino, spendendo tutte le sue sostanze: morì povero. La conferenza lo presenterà anche sotto aspetti nuovi ed inediti. Si capirà anche come rimase deluso dell'Unità che egli stesso aveva contribuito a realizzare con Garibaldi ed il re Vittorio Emanuele II. Nell'occasione, ci sarà la presentazione dei garibaldini pennesi, volontari e di leva. Si tratta di un censimento ancora in corso da parte di Greco che negli archivi della Società Operaia pennese ne ha individuato una decina fra i suoi soci fondatori, nel 1876. Il Comune ha in programma un'altra conferenza su De Caesaris, insieme alla presentazione del volume in corso di stampa "Clemente De Caesaris, vita opere e lotta per l'Unità d'Italia", nonchè alcuni concerti patriottici ed il restauro alla meglio del momumento a lui dedicato con busto in bronzo di Luigi Polacchi, collocato all'ingresso della villa De Leone nel viale di San Francesco: accadde cinquant'anni fa in occasione del centenario dell'Unità d'Italia.