Penne: i sindacati chiedono certezze sul futuro occupazionale della Brioni

PENNE – Le organizzazioni sindacali hanno inviato la seguente nota, che pubblichiamo integralmente, in merito alle trattative in corso con la direzione aziendale di Brioni.

«Le OO.SS. FILCTEM-CGIL FEMCA-CISL UILTEC-UIL, unitamente alle R.S.U. della Brioni Roman Style di Penne e Montebello intendono precisare i termini e le condizioni per una proficua definizione della trattativa in corso sulle questioni produttive ed occupazionali dell’azienda del gruppo Kering. Siamo disponibili a proseguire il confronto sul riequilibrio dei costi tra diretti ed indiretti a condizione che non si avviino iniziative unilaterali e non condivise tra le parti, ribadendo, tuttavia, che gli squilibri suddetti sono stati creati dalla Direzione Aziendale assumendo indiscriminatamente durante la gestione dei processi di mobilità che hanno riguardato gli operai. E’ necessario, innanzitutto, avere garanzie certe per livelli occcupazionali e quantitativi di produzione per un periodo congruo per dare certezza ai lavoratori e per impedire che si continui, per i prossimi anni, a discutere di esuberi di personale e processi di ristrutturazione per ridurre le capacità produttive interne. Diventa decisivo avviare un confronto serio sulla qualità del prodotto Brioni che deve rimanere una eccellenza ed un marchio che rappresenta una unicità nel suo genere. Tutto questo significa condividere un piano industriale a completamento del piano commerciale che l’azienda ci ha illustrato. Sulle questioni che la Direzione aziendale ci ha posto negli ultimi incontri ribadiamo che siamo disponibili ad un accordo sulle seguenti basi: il confronto sugli esuberi che l’azienda dichiara, che noi contestiamo, deve essere aperto e non blindato sui numeri che l’azienda ci ha comunicato; assenza di espulsioni indiscriminate che produrrebbero conflitti sociali pesanti e difficilmente gestibili; apertura di mobilità incentivata con il solo requisito della non opposizione al licenziamento; se ciò non dovesse essere sufficiente possiamo discutere sull’utilizzo di un diverso ammortizzatore sociale, per un numero limitato di lavoratori che venga individuato con criteri oggettivi sulla base di quelli indicati dalla l. 223/91, e che prioritariamente intervengono sull’anzianità di servizio ed il carico di famiglia; un ammortizzatore sociale che sia finalizzato alla riqualificazione dei lavoratori ed al loro riutilizzo in azienda alla fine del percorso; integrazione dell’assegno INPS fino concorrenza del 100% del reddito percepito da ogni singolo lavoratore. Noi pensiamo che su queste basi si possa proseguire il confronto aperto senza arroccamenti su posizioni rigide e avendo a cuore la sorte delle lavoratrici e dei lavoratori che sono la vera ricchezza della Brioni Roman Style».

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