Vertenza Brioni, le prossime tappe. Si tratta per evitare i 60 licenziamenti

PENNE – Un incontro interlocutorio e dai toni pacifici, con almeno 200 lavoratori in attesa sotto la pioggia, quello convocato dal sindaco Rocco D’Alfonso per tentare di scongiurare i 60 licenziamenti annunciati da Brioni che si lamenta per l’eccessivo peso dei costi indiretti, cioè quelli non direttamente connessi alla produzione, da cui deriverebbero i 60 esuberi fra Brioni spa e Roman Style spa.

Davanti al primo cittadino, la multinazionale dell’alta moda, controllata dalla holding Kering che fa capo a monsieur Pinault, ha ribadito ai sindacati, attraverso le voci dell’amministratore delegato di Brioni spa e presidente di RS Francesco Pesci, del direttore di produzione Leonardo Petrelli e del responsabile delle risorse umane Mario Morelli, che bisogna intervenire sull’organico anche in funzione di un piano di sviluppo in fase di lancio e il cui culmine è previsto per il 2016. Il 2 luglio a Parigi ci sarà la formalizzazione della linea da seguire per gli stabilimenti vestini, quindi il 5 è previsto l’inizio del confronto fra l’azienda ed i sindacati sul piano industriale. E’ stato concordato che non ci saranno comunque iniziative unilaterali nei prossimi giorni. Domencio Ronca, segretario provinciale della Cgil tessili, appare soddisfatto:”E’ andata bene. L’azienda deve comprendere che è necessario tornare ad investire sull’occupazione a Penne, e non solo sui negozi. Ci sono possibilità diverse rispetto ai licenziamenti come i tirocini formativi ed altro per i quali vi sono risorse cui Brioni può e deve attingere. Noi diciamo assolutamente no ai licenziamenti e Brioni lo deve capire. Credo che dopo l’incontro in Comune possiamo essere più ottimisti quando andremo a trattare sul piano industriale, cioè dal 5 luglio. Naturalmente la guardia resta altissima!”. Così Leonardo D’Addazio della segreteria della Femca Cisl:”Nel prossimo incontro l’azienda deve arrivare con un piano di espansione da poter condividere con le organizzazioni sindacali, partendo con l’obiettivo condiviso di limitare al minimo gli esuberi. Il minimo per noi è naturalmente pari a zero”.

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