La cura in BRIONI funziona

Alexis Babeau
Alexis Babeau

Trimestrale ok. Dopo un 2011 di pesanti perdite. I piani di Babeau e Pesci. La buonuscita di Bianchini

PENNE – Un anno che volge al bello per una Brioni che torna di moda, insomma. La notizia che arriva da Parigi, quartier generale del gruppo PPR di cui il marchio pennese fa parte da gennaio, è che dal primo trimestre emerge un risultato consolidato di un milione e 311 mila euro.

Un dato che lascia ben sperare la società presieduta da Alexis Babeau, con Francesco Pesci amministratore delegato. Il 2011, nonostante un aumento del fatturato netto del 16,5% con più penetrazione in Europa ma meno altrove, si era chiuso però con una perdita ingente: oltre 15 milioni di euro cui si è aggiunta la necessità di coprire anche quella del 2010 di poco oltre gli 11 milioni. Il tutto tamponato grazie all’utilizzo della riserva straordinaria.

L’anno passato ha evidenziato anche il rosso pesante che ha dichiarato la Roman Style spa, la società nata nel 2010 e che, controllata totalmente da Brioni spa, ha in carico tutto il personale impiegato nella produzione tanto che Brioni, che acquista da Roman Style il solo prodotto finito, ha in busta paga solo 94 dipendenti fra dirigenti (9), impiegati (77) ed operai (8). Per Roman Style, c’era stata una perdita secca di quasi 6 milioni e 200 mila euro a fronte di un capitale sociale di due milioni 220 mila euro. Codice civile alla mano, la società avrebbe dovuto ridurre il capitale sociale. Il 15 maggio scorso invece è arrivato in suo soccorso un assegno di due milioni di euro in conto capitale staccato dalla sua unica azionista, Brioni, e il capitale è rimasto integro.

Ma come si è materializzata la perdita in Brioni, nonostante un 2011 buono per il lusso? Soprattutto per la profonda revisione delle valutazioni delle rimanenze dovuta alla chiusura della linea donna, nella seconda parte dell’anno scorso. E anche perché è in corso un processo di rivisitazione, non solo stilistica, delle collezioni proposte ai mercati. Ne è derivato perciò un drastico abbattimento dei valori di recuperabilità di numerosi prodotti finiti e delle materie prime. Ora l’obiettivo è portare il fatturato maschile a più 9% sul 2011, dando vigore a tutti i prodotti (occhiali compresi) della gamma Brioni. E la Cina è nei piani di Pesci il mercato da aggredire con forza, aprendo nuovi negozi.

L’integrazione nel gruppo PPR intanto prosegue. Una linea di credito rilevante è stata aperta nei confronti dell’ultima arrivata in casa francese che ha al suo attivo marchi del calibro di Gucci e Bottega Veneta. Accordo fatto infine anche per la buonuscita di Antonio Bianchini, l’ultimo pennese nel board aziendale, già amministratore delegato e direttore generale: il 52enne era in Brioni dal ’92. A lui vanno circa 800 mila euro lordi.

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