In un recente articolo di stampa, si è sostenuto, a ragione, che la dismissione del 12% delle quote della Vestina Gas sia stata «una delle manovre più dibattute della passata amministrazione guidata da Rocco D’Alfonso». Sarà bene però dirla tutta! Debiti espropriativi a parte, la partecipazione del comune di Penne in Vestina Gas viola più leggi, come ribadito dagli ispettori del ministero dell’economia e delle finanze, inviati a Penne anno fa.
Nella loro relazione ne evidenziano il contrasto: «..con i criteri richiamati dal legislatore nazionale..» che impongono la «eliminazione delle società e della partecipazioni.. non indispensabili al perseguimento delle finalità istituzionali dell’Ente e la soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti..(art.1, c. 611 lett. a) e b) della legge n. 190/2014). La Vestina Gas srl» (zero dipendenti..) «non è annoverabile – aggiungono gli ispettori – tra le società che perseguono finalità istituzionali dell’Ente..». Nella relazione si ricorda, inoltre, che«Anche prima dei recenti interventi normativi, già l’art. 3 c. 27 della legge 24 dicembre 2007, n.244 ha fatto espresso divieto alle amministrazioni.. di costituire società.. non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né di assumere o mantenere direttamente partecipazioni..in tali società». A sugello dei rilievi, gli ispettori così concludono: «Sul tema si segnala il parere n. 12 dell’Avcp, ora ANAC, che esclude la riconducibilità alla fattispecie dell’organismo di diritto pubblico di una società a capitale interamente pubblico attiva nella sola vendita di gas naturale ai clienti finali (analogamente alla Vestina gas srl) e richiama..l’art.3 c. 27 della legge n. 244/2007, nell’interpretazione costante che ne ha dato la giurisprudenza contabile, amministrativa e costituzionale». E’ sconvolgente che, nel tripudio di iniziative ed eventi pro-legalità, neppure una sola associazione, un solo partito, un solo movimento politico o una bocciofila qualunque si sia scandalizzata di una così sfrontata, crassa e comprovata violazione della legalità. Legalità babbea, ovviamente! Sarebbe bastato prevedere, per esempio, un’automatica decadenza degli amministratori delle società con numero di dipendenti inferiore al loro stesso numero e la nomina prefettizia di commissari liquidatori e la codardia dei politici avrebbe affrettata l’ottemperanza! Ma, più ancora, traumatizza dover constatare che, nonostante la pletora di organismi di controllo, di ogni genere, specie, ad esosità variabile d’indennizzo, e con le decine di “divise”, dal vigile urbano di Cazzano di Tramigna al Capo di S.M.D., dalla polizia idraulica e fluviale alle Agenzie di intelligence (Aisi, Aise, Dis), quella violazione si consumi, indisturbata e impunita, da 9 lunghi anni, nel silenzio complice, ignorante o indifferente di tutte le anime belle e dei sepolcri imbiancati dello Stivale. Tutti impegnati in convegni, seminari e bla bla bla sulla legalità! Viva l’Italia!
Giovanni Cutilli