Villette furbette, un Modesti parere

PENNE – Lo scottante caso del piano di lottizzazione in contrada Ossicelli, zona stadio Colangelo, induce ora l'amministrazione D'Alfonso a chiedere un parere legale per capire come intervenire in una grana ad altissimo rischio patrimoniale e politico. L'incarico per mille euro è stato affidato all'avvocato Andrea Modesti dall'architetto Orfeo Zaffiri, responsabile ad interim dell'urbanistica, che conosce piuttosto bene carte e personaggi della storia su cui pesa l'accusa di corruzione per politici, tecnici ed imprenditori.

 

La vicenda è da tre anni all'esame della magistratura pescarese per via delle quattro villette realizzate però in più, secondo quanto emerso nell'inchiesta della procura della Repubblica. Il piano di lottizzazione di Ossicelli parte nel 2002 e coinvolge l'impresa Pierdomenico e la famiglia di Salvatore Camplese.

L'amministrazione comunale rilascia i permessi nell'arco di tempo compreso fra il 2003 ed il 2007. L'imprenditore Roberto Cecamore si rivolge ai carabinieri del capitano Di Pietro segnalando presunti favoritismi commessi dalla giunta di centro sinistra guidata da Paolo Fornarola (2001-2006) nei confronti dei Pierdomenico, indagati. Con un progetto curato dall'ingegner Alessandro Antonacci, fratello di Piero, capo ufficio tecnico del Comune, ma dal 2007 l'urbanistica passa nelle mani dell'esterno Antonio Mergiotti, la concessione edilizia alla ditta Pierdomenico è rilasciata dal geometra Enzo Di Simone, uomo di spicco del partito democratico, già segretario dei Ds ed ex consigliere provinciale del Pd sulla base di una delibera della giunta comunale. I carabinieri, l'8 agosto di tre anni fa, mettono a verbale le dichiarazioni di Orfeo Zaffiri, all'epoca tecnico comunale nell'ufficio urbanistica.

 

Zaffiri sembra avere un certo titolo titolo nella vicenda poichè a suo tempo aveva curato l'istruttoria. E spiega così ai militari che il sub comparto del piano di lottizzazione numero 2, concesso ai Pierdomenico, era stato trattato invece come comparto edificatorio. Ne consegue che il rapporto di copertura era stato desunto muovendo dalla superficie totale del lotto, anzichè dalla superficie fondiaria, data dalla differenza fra la superficie totale e quelle destinate alle urbanizzazioni primaria  e secondiaria (fogne, illuminazione, arredi). In pratica, sotto l'amministrazione Fornarola, i Pierdomenico avevano disposto di una superficie coperta maggiore rispetto a quella prevista dal Piano Regolatore Generale e dunque sarebbero state edificate ben quattro villette in più. Nel settembre 2007, una lettera proveniente da Civitacastellana a firma dell'avvocato Alessandro Fortuna, legale delle famiglie Camplese e Bongrazio proprietarie del sub comparto attiguo ai Pierdomenico, agita il Comune retto dal sindaco Di Marcoberardino.

La missiva spedita dal professionista viterbese chiede lumi su cosa mai sia successo al punto di aver modificato lo scenario urbanistico di partenza. Alberto Giancaterino, allora assessore socialista all'urbanistica, indagato, gira l'interrogativo all'architetto Mergiotti la cui nomina venne da lui sostenuta sebbene questi fosse (e sia) un esponente del partito democratico di Collecorvino. Zaffiri relaziona il suo capo ufficio Mergiotti evidenziando l'avvenuto illecito approvato dalla giunta e non dal consiglio comunale, pur  modificandosi l'originario piano di lottizzazione, non rispettando a suo dire neppure le distanze fra edifici e strade. Mergiotti, indagato, allora informa sia il sindaco sia il suo vice ed assessore (Giancaterino), proponendo come soluzione solo una modifica al Prg tesa a ridefinire i parametri urbanistici e dunque a tenere in piedi gli immobili. Sembra una sanatoria al capitano Di Pietro e al Pm Varone che indaga. Una sanatoria che gli inquirenti si spiegano facendo riferimento all'ascolto delle telefonate ed alle intercettazioni ambientali dalle quali apprendono come i Pierdomenico siano diventati clienti dello studio tecnico dell'ingegner Rocco Petrucci (indagato)di cui, secondo l'inchiesta, sarebbe socio  occulto Alberto Giancaterino. All'impresa però Mergiotti nega altre autorizzazioni a costruire due nuovi lotti.

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