PENNE – Dal prossimo 1^ giugno, l’Oculistica del “San Massimo” di Penne, oltre ai tagli di cui abbiamo dato notizia il 5 maggio (dimezzamento delle sedute operatorie e diminuzione di un ulteriore giorno di presenza settimanale dell’unico dirigente medico in servizio), verrà anche privata del secondo medico che, il giovedì mattina, viene a Penne in affiancamento per le visite ambulatoriali!
Non si adonti il sindaco di Penne per la diminutio di quel suo ruolo di “vigilanza” che ha ripetutamente e improvvidamente rivendicato (per la verità, limitatamente a sconosciuti “cronoprogrammi” di fantomatici lavori all’Ospedale) se a smascherare l’ennesima canzonatura sugli strombazzati “potenziamenti” dell’Ospedale di Penne sia stata la vigilanza di Lacerba, più appropriata e concreta, e svolta senza imbrodanti, patetici e inconcludenti annunci. La conferenza stampa del 29 aprile scorso, in cui si ruttava, orgogliosamente plagiando un vecchio e bugiardo alalazo, “Dal piano di rientro al Piano di sviluppo”, ha prodotto, in sole due settimane, l’azzoppamento dell’Oculistica. Al netto delle fregnacce che s’accavallano sulla sanità Vestina, propagate dalle flatulenze di politici, burocrati e pretoriani, che neppure si leggono le carte, quello riferito è, in ordine temporale, l’ultimo colpo infertole, nella disattenzione generale. Infatti, c’è chi s’attarda, come il giapponese, a guerra finita, a difendere posizioni già distrutte da normative nazionali (punti nascita) nell’illusione che governanti e burocrati locali possano decidere contro un Accordo in Conferenza Stato-Regioni, adottato ai sensi di legge, e contro il commissariamento che ha avocato a Roma ogni potere di programmazione; c’è, poi, chi si concentra a “vigilare” non si sa bene su cosa, pur avendo, in teoria, accesso privilegiato alle informazioni, e, ancora, c’è chi toglie a Cesare (l’ex assessore alla sanità Arturo Stuard) per dare a Cesarino (Chiodi) ciò che non gli appartiene (il finanziamento dei lavori al “San Massimo”), come si può riscontrare leggendo le delibere, rispettivamente, n.1268/C del 21.12.2001, della Giunta Reg.le, e n.69/6 del 26.06.2002, del Consiglio Reg.le, che quei 12 milioni di euro, poi tolti, ce li misero sul serio; mentre, di contro, non risulta l’esistenza di un solo atto amministrativo, legislativo, giudiziario o anche, andrebbe bene lo stesso, un solo numero di Topolino o della Gazzetta dello Sport su cui si legga della riassegnazione di quei fondi al “San Massimo”, nell’era Chiodi. E mentre ognuno guarda da qualche altra parte correndo dietro ai propri slogan (“combattiamo”, “vigiliamo”, “rivendichiamo”) la spoliazione del San Massimo continua, indisturbata: da ultimo, per colpe tutte interne alla Asl, non entrandoci nulla né il commissariamento della sanità né Roma. Insomma, così fa comodo a Pescara! Quella relativa all’Oculistica è l’ultima denudazione, altre ne seguiranno. Un tiro al piccione (vestino) sconcio e avvilente, subito incessantemente dalla popolazione Vestina, indifesa da tempo ormai immemore. Altro che “servizio al cittadino” e “potenziamento dell’Ospedale”! E’ la paralisi progressiva del “San Massimo”. Invece di indire conferenze stampa, politici, burocrati e gregari abbiano il pudore di un dignitoso silenzio! Almeno salverebbero la faccia dal pietoso spettacolo che offrono di smentirsi da soli. Vergogna!
Giovanni Cutulli