Scompare a 78 anni il Maestro Ceramista Salvatore Fornarola

PENNE – Vissuto per lunghi anni a Fermo, non ha mai dimenticato la sua amata città natale la quale, nel 2002 gli dedica un’importante antologica dal titolo “Fili di fuoco – omaggio a Salvatore Fornarola” curata dal professor GianCarlo Bojani.

Frequenta la sezione legno del locale Istituto d’Arte Mario dei Fiori per entrare poi nella Bottega del Ceramista Gizzi dove arricchisce la sua formazione professionale nell’ambito delle tecniche plastiche ed in particolare nell’intaglio. Giovane maestro d’arte, viene contattato dall’architetto Umberto Preziotti, fondatore dell’Istituto d’Arte di Fermo, dove opera per 40 anni quale docente della sezione ceramica. Nel 1961 inizia la sua brillante carriera di artista che lo vede presente a numerosissime mostre e concorsi nazionali ed internazionali ottenendo premi ed importanti riconoscimenti. Le sue opere sono esposte in numerosi musei italiani ed esteri. Mi piace ricordarlo con le parole di Stefano Papetti il quale 2 anni fa, in occasione del premio internazionale di scultura Edgardo Mannucci, al quale Fornarola partecipa come artista ospite, scrive di lui: “ammirando le opere che Salvatore Fornarola elabora nel suo studio fermano a partire dagli anni 60, viene alla mente la vicenda legata alla figura di Aracne, la giovane ateniese in grado di tessere tele tanto raffinate da suscitare l’invidia di Atena, che gelosa della sua abilità, nel corso di una competizione la trasformò in un ragno. Come i ragni, nel tessere le loro sottili trame seguono per istinto un preciso disegno, cosi Fornarola, utilizzando un esile filo d’argilla costruisce importanti forme che nascono dalla ripetuta variazione intorno ad un modulo quadrato dal quale traggono origine le sue solenni stele“. All’ingresso del MAMEC oggi troviamo un’opera di Fornarola con la quale ha voluto omaggiare la sua città natale. Per me è stato un preziosissimo ed instancabile collaboratore nell’allestimento ed apertura del MAMEC senza il quale quasi certamente oggi il museo non ci sarebbe. Ho avuto la fortuna di conoscerlo 6 anni fa ma l’impegno che abbiamo condiviso nel portare a termine un’importante opera nella nostra città, ha fatto si che nascesse una profonda amicizia che sembra arrivare da molto più lontano. Mai immaginavo la sua dipartita quando, l’estate scorsa ci siamo ritrovati nella mia casa insieme all’amico Nicola D’Addazio per gustare uno dei cibi che più piaceva al maestro Salvatore: gli arrosticini. Oggi mi resta un solo rammarico: averlo conosciuto ed averlo avuto come amico per poco tempo.

Remo Evangelista, Consigliere Comunale, già vicesindaco con delega alla cultura della Città di Penne

(consigliere comunale, già vice sindaco di Penne)

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