Sangue sui banchi

bullismo

PENNE – Lui, un quattordicenne dalla vita assai difficile, ha puntato la sua vittima, l’ha attesa nei pressi del portone della scuola media che frequentano insieme e poi l’ha accoltellata ad una coscia, la sinistra. Così, senza alcun motivo. E’ successo in pochi attimi, l’altra mattina.

 

L’aggredito, appena 12 anni, si è medicato alla bell’è meglio da solo, in bagno, ed è andato regolarmente in classe, proprio come l’accoltellatore, ripetente. Della ferita e dello shock né i compagni né i docenti si sono accorti di nulla. L’adolescente aggredito ha evitato, per timore, di parlarne. Ma poi, una volta a casa, ci ha pensato la madre a lanciare l’allarme quando ha visto la ferita. Il pronto soccorso dell’ospedale “San Massimo” ha rilevato che il ragazzino ha subito un taglio penetrante alla coscia sinistra: guarirà in dieci giorni. I carabinieri hanno fatto subito a far partire le indagini ed a identificare l’aggressore dalle parti della sua abitazione. In casa gli hanno trovato un coltello a serramanico con una lama lunga 7 cm, nascosta sotto una fioriera. Incredibilmente, il quattordicenne ha detto al capitano Massimiliano Di Pietro:”Ma non gli ho fatto nulla, era solo un coltellino!”.

Stavolta però si è superato: fino all’altro ieri aveva aggredito a calci e pugni altri adolescenti. Tutte azioni sottovalutate dal quattordicenne che le ritiene normali. Dagli studenti è visto invece come una specie di pericolo pubblico. Si tratta di un episodio gravissimo di bullismo, il più violento fin qui a Penne. Se ne sta occupando la procura della Repubblica dei minorenni. Sono attese le sue decisioni, visto che nel rapporto i carabinieri della compagnia di Penne, diretta dal capitano Massimiliano Di Pietro, parlano di lesioni personali aggravate e porto abusivo di arma. Il ragazzino è figlio di genitori separati, vive con la nonna, la madre è operaia. E’ seguito da tempo dai servizi sociali, ma se ne sottrae fin troppo spesso. Ora però il controllo dovrà essere maggiore e il tentativo di recupero è quanto mai necessario.

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