San Massimo: i pennesi dicono no alla chiusura del punto nascita

PENNE – Non vogliono che al San Massimo nascano più bambini ed i pennesi fanno sentire la forte voce di protesta.

UUn migliaio di persone ha affollato il corteo promosso dal Movimento per la sanità che da anni si muove a difesa dell’ospedale. Stavolta il punto nascita è a serio rischio di chiusura poiché vengono alla luce meno dei mille bambini previsti dal decreto Fazio del 2011: e in Abruzzo non raggiungono i parametri, oltre a Penne, anche Sulmona, Atri ed Ortona. Un coro di no, dunque. Gabriele Frisa, portavoce del Movimento, ha attaccato duramente la giunta regionale e quella precedente in particolare. “L’ospedale va potenziato e non si tocca!Faremo le barricate se i bambini non nasceranno più”. Davanti a lui il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso che sta cercando una faticosa opera di convincimento nei confronti della Regione invitata ad elaborare strategie alternative alla chiusura. Lo stesso assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, assente ieri, era stato a visitare nei giorni scorsi l’ospedale e si è impegnato a rivedere la situazione nei limiti del possibile. Presenti anche altri sindaci del comprensorio come quelli di Picciano e di Civitella Casanova. C’erano anche Lorenzo Sospiri, capogruppo alla Regione di Forza Italia ed il consigliere regionale Domenico Pettinari del Movimento Cinque Stelle che a Penne ha promosso una petizione popolare sul punto nascita. Torna in strada anche l’ex parlamentare Maurizio Acerbo. Vi è anche un’interrogazione parlamentare di Sel. La normativa, spiegano da Sel, che ha interrogato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, concede la possibilità di derogare alla sopravvivenza dei punti nascita sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni delle varie aree geografiche. Come Penne appunto.

Berardo Lupacchini

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