FARINDOLA – Altri 23 avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Pescara per la tragedia dell’Hotel Rigopiano. Tra gli indagati anche l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo (nella foto), oggi trasferito a Roma, all’ufficio centrale ispettivo del dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile con le funzioni di direttore dell’ufficio centrale.
Nell’elenco degli indagati ci sono Bruno Di Tommaso, Paolo D’Incecco, Mauro Di Blasio, Enrico Colangeli, Pierluigi Caputi, Carlo Giovani, Vittorio Di Biase, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Andrea Marrone, Luciano Sbaraglia, Marco Del Rosso, Massimiliano Giancaterino, Antonio De Vico, Antonio Sorgi, Giuseppe Gatto, Giulio Honorati, Tino Chiappino, Leonardo Bianco, Ida De Cesaris.
Lo scorso aprile erano stati la Provincia di Pescara e il Comune di Farindola a finire ufficialmente sotto accusa.
Sul registro degli indagati, per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, il presidente della provincia Antonio Di Marco, il dirigente delegato alle opere pubbliche Paolo D’Incecco, il responsabile della viabilità provinciale Mauro Di Blasio.
Stesso capo d’accusa per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e per il geometra comunale Enrico Colangeli. Il direttore del resort Bruno Di Tommaso è
stato indagato anche per violazione dell’articolo 437 del codice penale, che punisce l’omissione del “collocamento di impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri o infortuni sul lavoro”.