PIANELLA COME LORETO APRUTINO: IL POMO DELLA DISCORDIA È LA TARI.

È la TARI ad essere il pomo della discordia lanciato, stavolta, non sul tavolo del banchetto di nozze di Peleo e Teti, ma sugli scranni dei consigli comunali che, posticipati a causa dell’emergenza Covid, si sono svolti negli ultimi giorni di dicembre 2020, a Loreto Aprutino e Pianella, in due contesti politici differenti ma entrambi capaci di scatenare una lite dentro e fuori le aule dove si consuma la democrazia.

Contesti politici differenti ma anche imputazioni diverse: a Loreto Aprutino l’assessore Rocco D’Amico apre la crisi nella maggioranza Starinieri affinché si abbassino le bollette, a Pianella, secondo quanto sostengono i consiglieri Gianni Filippone e Massimo Di Tonto, l’Amministrazione Comunale è tenuta a restituire ai cittadini la somma di € 119.267,00, indebitamente incassata con la TARI 2020. Nel comunicato stampa diramato si legge che “nella seduta del Consiglio Comunale del 31 dicembre 2020, i Consiglieri Comunali Massimo Di Tonto e Gianni Filippone hanno proposto un emendamento, prontamente condiviso e sottoscritto dai Consiglieri Comunali: Davide Berardinucci, Denis Sposo, Annaida Sergiacomo e Anna Bruna Giansante, con il quale è stato chiesto di restituire la detta somma ai cittadini in un’unica rata nell’anno 2021 e non in 3 rate dal 2021 al 2023, come proposto dell’Amministrazione Comunale.  invece, di tutt’altro avviso, – sostiene Di Tonto – ha bocciato 7 voti a 6 l’emendamento, volendo mantenere la rateizzazione triennale per evitare la mancata restituzione dell’anticipo di tesoreria (somme prese a prestito dalla Banca)” .

“Solo una scusa” è la botta di Di Tonto, alla quale è subito seguita la risposta. Giunta attraverso le parole dell’assessore ai tributi Marco Pozzi che, dopo aver sottolineato l’eccezionalita del risultato di Pianella come “comune riciclone”  da ben tre anni presente nella classifica regionale di Lega Ambiente, ha spiegato come, in tale contesto l’amministrazione abbia svolto, nel 2019, “una gara di appalto per il nuovo affidamento ottenendo delle economie che, in osservanza ai parametri previsti dalla legge, vengono rispalmate nelle tre annualità successive del Piano Economico e Finanziario e consentiranno di effettuare ulteriori riduzioni e agevolazioni alle fasce più esposte della popolazione. La proposta avanzata da Di Tonto e Filippone, ovviamente, non teneva in alcun conto la necessità di garantire all’amministrazione l’equilibrio finanziario e, come di consueto, scontava il parere negativo del Responsabile del servizio».

Prosegue : “Il comunicato congiunto di Filippone e Di Tonto finisce per rendere palesi quelle attività sotterranee e collaterali, degne della peggiore prima Repubblica, con le quali da mesi cercavano di sovvertire il dato democratico del 2018 in un’attività da sempre orientata solo a sabotare il lavoro altrui”

E tra baruffe e litigi, alla fine sia che non si abbassino le bollette o che si debbano restituire i soldi già pagati, il vero denominatore (in) comune è che sempre il popolo che paga le tasse a rimetterci di propria tasca. 

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