PESCARA: ACERBO (PRC), IN MEMORIA DI ERMINIO D’ANNUNZIO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Erminio D’Annunzio è stato un grande medico e un cittadino esemplare che con grande passione civile ha lavorato per la sua comunità. Saluto un amico con cui ho condiviso la lotta per la sanità pubblica e una politica pulita.
La sua collaborazione con Rifondazione Comunista e la nostra amicizia cominciarono con una sua telefonata che mi colse di sorpresa. Mi disse che, pur essendo stato sempre un moderato, era giunto alla conclusione che solo noi ci battevamo davvero per la sanità pubblica e denunciavamo la realtà dei rapporti corrotti tra politica e sanità privata e l’occupazione della sanità pubblica da parte della politica.
Si era appena dimesso da assessore regionale alla sanità nella giunta di centrodestra, incarico che aveva accettato come tecnico ma che aveva clamorosamente lasciato dopo solo un anno avendo constatato che gli era impossibile far passare le sue proposte.
Mi disse che aveva cercato sponde nel centrosinistra – allora non era ancora nato il PD – ma che non gli erano sembrati interessati a una battaglia vera perché anche loro compromessi. Voleva lavorare con noi. Era entusiasta della nostre prese di posizione sul tema e ci riconosceva l’onestà intellettuale di aver sostenuto i suoi tentativi di cambiare le cose come assessore regionale senza pregiudizi di schieramento.
Erminio cominciò a partecipare al nostro gruppo di lavoro sulla sanità e iniziative con noi con un entusiasmo giovanile e assoluto disinteresse. Con la sua competenza e esperienza diede un grande contributo nell’elaborazione di proposte e a un lavoro di inchiesta che ebbe come sbocco l’inchiesta di Sanitopoli che confermò l’intreccio trasversale tra politica e cliniche private.
Dopo ogni trasmissione o intervista in tv mi telefonava contento per incoraggiarmi. La sua era la passione di un cittadino perbene.
Erminio era un vulcano pieno di energie e proposte. Purtroppo la nostra uscita dal parlamento e poi anche dal consiglio regionale non ci ha consentito successivamente di proseguire quel lavoro. Qualche volta in anni recenti mi telefonò invitandomi a cercare ogni modo per rientrare nelle istituzioni perché si sentiva la mancanza di un partito come il nostro.
Il suo libro “Sanità malata” costituisce un’eredità preziosa per chi vuole difendere la sanità pubblica.
Credo che la nostra comunità debba grande riconoscenza a un uomo come Erminio che con spirito di servizio ha lavorato per il bene comune.
Ai suoi familiari le più sentite condoglianze.
Maurizio Acerbo

 


 

 

 

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