Penne: giù il sipario sul Nuovo Ariston

PENNE – Scende il sipario sul Nuovo Ariston: la sala gestita dall’associazione Cinema Teatro e Musica ha chiuso i battenti e non si sa se e quando riaprirà.

I motivi sono molteplici, primo fra tutti quello economico. Gli incassi dei biglietti, derivanti dalla proiezione dei film – unica attività svolta attualmente – non sono sufficienti a coprire le spese di gestione della struttura sulla quale l’associazione, che la rilevò nel 2008, ha fatto investimenti per oltre 200 mila euro e per la quale paga un affitto mensile di 1000 euro. Spese insostenibili, ha spiegato Mario Colazzilli, a capo dell’associazione, se non si hanno entrate costanti durante l’anno. Il vero problema che a catena genera tutti gli altri è che il cinema pennese, sin dalla sua riapertura, è stato impostato come un club per i soci tesserati, con tutte le esenzioni che tale condizione comporta, soprattutto di carattere burocratico, ma anche con tutte le sue limitazioni. La formula del circolo, a suo tempo, fu ritenuta la strada più rapida per far ripartire la sala, in attesa che fossero completati gli iter per ottenere le certificazioni necessarie ad aprirla definitivamente al pubblico e farla diventare un polo ricreativo polifunzionale. Dal 2008 in poi, nonostante che siano stati portati a termine tutti gli adeguamenti tecnici e strutturali previsti dalla legge, le cui progettazioni sono passate più volte al vaglio dei vigili del fuoco e delle relative commissioni di vigilanza, l’agibilità e la certificazione antincendio non sono state ancora rilasciate. Nel frattempo sono sopraggiunte nuove prescrizioni dettate dal comando regionale dei vigili del fuoco dell’Aquila, al quale la pratica è stata passata per la deroga a determinate norme per la sicurezza. Tutto ciò significa ulteriori lavori per circa 40 mila euro, considerando che senza l’agibilità i gestori non possono riscuotere il contributo nazionale di 78 mila euro accordatogli dal Fus, (Fondo unico per lo spettacolo), utile a coprire in parte le spese già sostenute.

Claudia Ficcaglia

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