PENNE: ABITI PRONTI, ABITI BELLI SONO DI CUCINELLI
Il credo dell’imprenditore

Brunello Cucinelli è uno di noi, verrebbe da dire dopo averlo visto e soprattutto sentito a Penne dove ha aperto un suo primo stabilimento in cui si stanno producendo i capispalla da uomo, in attesa di far partire la sua bella fabbrica in costruzione, tutta vetrata, con vista totale sul Gran Sasso. Lusso estremo, capi che coprono tutto il look maschile e femminile, con ricavi cresciuti di più del 20% e pari a quasi 820 milioni di euro.

Lo ha accolto un tappeto rosso lungo quasi 300 km steso a Solomeo, il piccolo borgo medievale perugino che dal 1978 è la sede del gruppo aziendale quotato in Borsa e che conta 2.500 risorse umane, fino al capoluogo vestino che, grazie all’insediamento produttivo del re del cashmere, vede nuovi segnali di benessere: almeno 350 gli addetti fra sarti ed altri profili in via di assunzione entro l’anno venturo. “Non potevamo che venire a Penne a produrre le giacche da uomo. Qui è come Maranello per la Ferrari, non si discute. Il patrimonio di conoscenze sartoriali a un certo livello non c’è altrove: neppure nella mia Umbria. Siamo seri ed ottimisti: prevediamo un progetto a lunghissimo termine con la filosofia nostra di sempre, cioè la qualità del prodotto collegata strettamente a quella della vita di chi lavora con noi. Perché il lavoro ha una sua dignità”. Ribadisce a modo suo, cioè con una simpatia ed un’empatia davvero contagiose, che la bellezza aiuta a salvarci dalle guerre e dalle tragedie il cavaliere del lavoro Brunello Cucinelli, ma guai a definirlo così. “Non bisogna avere paura, mai. Prendete me: non ero un granché negli studio, figlio di contadini, dissi al mio babbo che iniziavo a produrre cashmere e lui, che neppure sapeva di cosa parlassi, replicò testualmente: che Dio e solo lui ti protegga, fa come vuoi ma credici sempre!”.

La sua filosofia aziendale è all’avanguardia e richiama il credo di Adriano Olivetti; mettere il benessere dell’operaio al primo posto: è aver capito che da lì si muove tutto. Se sta bene la base, insomma, si possono raggiungere tutte le altezze. E’ quanto pregano che accada da queste parti. Non si timbrano cartellini e i salari distribuiti sono più ricchi. La formazione continua è un altro tema significativo. Brioni sta rilanciando la scuola di alta sartoria dedicata al fondatore Nazareno Fonticoli. Da dieci anni a Solomeo, Cucinelli ha voluto la scuola di alto artigianato contemporaneo per le arti ed i mestieri: modelleria e sartoria femminile, taglio e sartoria maschile in particolare. Gilberto Petrucci, il sindaco, emozionato come non mai, ha sottolineato la volontà di creare “un polo della moda di alta gamma insieme agli altri marchi come Brioni”.

Il Comune ha risposto con una certa rapidità alle esigenze di Cucinelli: in 43 giorni l’imprenditore umbro ha avuto tutti i permessi. “Penne-ha poi dichiarato Marco Marsilio, presidente della Regione in campagna elettorale per l’eventuale rielezione-merita di riappropriarsi di una dimensione che nel tempo aveva perso anche per ragioni straordinarie come i terremoti e il graduale impoverimento dell’ospedale oggi rilanciato da quest’amministrazione con l’elevazione ad ospedale di base e l’investimento di 16 milioni di euro per la sua riqualificazione”. Con lui Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio Regionale e Leonardo D’Addazio, consigliere regionale di maggioranza e promotore della legge su Penne città della sartoria artigianale.

Stracolma l’aula del consiglio comunale con i vertici di Confindustria, della CNA, dei sindacati di categoria. Non è mancato Mauro Miccio, il commissario governativo alla zona economica speciale in vigore dall’anno prossimo. I sindaci del comprensorio in prima fila, a partire da Renato Mariotti di Loreto Aprutino. Guarda con rinnovato interesse al fenomeno vestino anche la D’Annunzio: l’università pensa a un percorso speciale di studi accademici. 

Berardo Lupacchini


 

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