Pasqualone: ecco la (mia) verità su quel verbale elettorale

Stemma Penne
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PENNE – Gabriele Pasqualone interviene sul suo prossimo processo penale che l’8 novembre si aprirà davanti al giudice Gianluca Falco, nel palazzo vestino di giustizia. Il capo d’accusa è di aver commesso, in concorso, un falso per soppressione: quella di un verbale di nomina degli scrutatori nelle elezioni politiche del 2008, sostituito, secondo l’accusa certificata dal gup De Ninis, con un altro aggiustando dei nomi.

A giudizio anche Raffaele Silvi, funzionario elettorale del Comune in pensione e segretario della commissione elettorale di cui facevano parte l’ex sindaco Di Marcoberardino, Giacinto Core, Roberto Di Fabrizio e Guglielmo Di Paolo, cioè tutti ex consiglieri tranne appunto il solo Pasqualone, attuale consigliere di maggioranza. “La commissione elettorale-spiega Pasqualone-con riferimento alle norme vigenti ha ampia facoltà di scelta degli scrutatori, potendosi spingere fino alla ripartizione politica, per il numero dei designandi, in base agli ultimi risultati elettorali. La commissione ha fatto, come presumibilmente capita in tutte le commissioni elettorali, una riunione apprestando un brogliaccio che non ha nessun valore legale e tantomeno di verbale, unicamente al fine di darsi delle indicazioni per la scelta, prevedendo priorità per i disoccupati, giovani e per situazione di famiglia: in ogni caso con il limite di un solo elemento per famiglia. In tale occasione, i nomi vennero dati da tutti i componenti, anche delle opposizioni, come mera indicazione ai fini della verifica della scelta in rapporto ai requisiti di legge e cioè se i designandi fossero inclusi nell’albo degli scrutatori. Nel caso che ci viene contestato, l’aspirante scrutatrice, alla verifica, necessariamente successiva alle indicazioni di massima, andava esclusa per essere già presente, tra gli altri nomi indicati, la figlia di costei non individuabile come tale per recare un diverso cognome e per essere ovviamente più giovane della madre. Vero è dunque che non sono stati mai fatti due verbali, ovviamente mai trovati dall’accusa, perchè due verbali non esistono. Si ribadisce: il procedimento seguito è a norma di legge. Questi fatti purtroppo non fanno altro che far diffidare il cittadino della politica, e questo può essere pericoloso per la democrazia”.

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