“NON PRENDERANNO VOTI QUI…” Disabili e ospedale, Penne bolle

PENNE – Anche il vento impetuoso ha voluto spingere le ragioni dei 38 disabili gravi che dal primo febbraio si trovano senza la possibilità di beneficiare dell’assistenza diurna e gratuita frequentando il centro sociale della Fondazione Paolo VI.

Sono scesi di nuovo in piazza dunque per gridare il loro disagio in quella che sembra una classica situazione di poca chiarezza di cui sono protagonisti la Regione, la Fondazione Paolo VI ed i Comuni. E così i disabili non possono più usufruire del servizio semiresidenziale, ovvero la possibilità di entrare alle 8,30 e di uscire alle 17: un lasso di tempo entro il quale sottoporsi alle terapie riabilitative e di impegnarsi in attività sociali: quest’ultime ora inibite. “Gli attuali accreditamenti dell’ente con la Regione-spiega don Marco Pagniello, direttore generale della Paolo VI-non prevedono l’autorizzazione all’esercizio di attività esclusivamente sociale. Occorrerebbe che le istituzioni con un provvedimento ad hoc ne consentissero la fattibilità. Ad oggi quest’autorizzazione manca, nonostante la nostra richiesta e quella del Comune di Penne”. I casi dei disabili sono molto complicati, alcuni di essi vivono in paesini dell’entroterra: per loro andare a Pescara ogni giorno risulta un’operazione assai complicata, stando alle nuove prescrizioni della Regione e della nuova organizzazione della Paolo VI che a Penne sta cercando una sede più adeguata per ospitare le attività sociali dei disabili gravi: si era parlato del centro sportivo di contrada Campetto. Torna a denunciare i fatti l’associazione “Abbattiamo le barriere onlus”. Gabriele Frisa ed Alessandro Olivieri ieri hanno promosso l’ennesima manifestazione pubblica con ritrovo in piazza Duomo, il corteo ha poi raggiunto piazza Luca da Penne. Sono volate parole di totale indignazione. “Ci dobbiamo ribellare, dobbiamo far sentire la nostra voce sempre di più, dobbiamo essere numerosi e compatti nella difesa di una Penne che sta morendo!”, ha dichiarato il medico Nicola Spoltore, presidente dell’associazione Salviamo l’ospedale di Penne. “La Regione-spiegano Gabriele Frisa ed Alessandro Olivieri-trovi le risorse per tamponare la situazione”. “Dovrei portare mio figlio diciottenne a Pescara perché a Penne, dove viviamo, non potrò più!”, attacca indignato Costantino Stella.

Berardo Lupacchini

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