Ma come: non dovevano essere due soldi anzi nulla?

PENNE – Sulle spese di rappresentanza, eravamo rimasti alle dichiarazioni del sindaco Rocco D’Alfonso e del suo assessore al bilancio Valeria Di Luca che promettevano di stanziare 400 euro o addirittura 200, ma anche nulla “ci sono altre priorità”, aveva osservato D’Alfonso il 5 giugno quando il consiglio comunale approvava il regolamento per le spese di rappresentanza, “richiesto dalla corte dei Conti”.

Vincenzo Ferrante chiedeva a gran voce di ritirare il punto per manifesto disagio. Il bilancio 2012 comunque era ancora di là da venire: arrivò il 13 luglio in giunta e l’1 agosto in consiglio. E proprio dallo strumento contabile di 17 milioni 153 mila 199 euro, finanziato per il 30% dalla stangata senza precedenti sulll’IMU, si apprende che la voce “spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre e di rappresentanza” conta su 3.333 euro. Certo, ben poco rispetto a quanto speso nel 2009 dall’amministrazione sempre targata Pd del sindaco Donato Di Marcoberardino: quasi 40 mila euro. Ma comunque molto più di quanto annunciato dall’attuale governo pennese che avrebbe potuto appostare in bilancio fino a 7.956,44 euro: le spese di rappresentanza non potevano infatti superare il 20% di quanto sborsato appunto nel 2009. Su un altro capitolo di spesa di quest’anno, l’amministrazione D’Alfonso ha operato invece un taglio netto. Si tratta delle uscite previste per “studi e consulenza”. Tre anni fa ammontavano a 10 mila euro: ora sono pari a zero.

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