Loreto ricorda la Coppa Acerbo

LORETO L’importanza della Coppa cerbo, competizione sportiva vanto oltre che peculiarità tutta abruzzese, è stata rievocata in una gradevole serata svoltasi a Loreto Aprutino, città di origine di Tito Acerbo, l’eroe che ha legato il suo nome alla competizione.

A distanza di nove decenni è stata evidenziata l’entità di grande rilievo che la corsa automobilistica ebbe per la notorietà e l’enorme sviluppo moderno della città di Pescara, assumendo subito un ruolo incisivo, quasi a mo’ di slancio precursore. La Coppa Acerbo – è stato sottolineato – nel tempo ha rappresentato un evento sportivo di raro e assai intenso interesse, capace di suscitare uno slancio e un’ottica di attenzione che l’Abruzzo, e la nascente Pescara, ancora non avevano conosciuto. L’intitolazione dedicata alla medaglia d’oro Tito Acerbo, e il suo protrarsi nel dopoguerra (al termine del fascismo) fino al 1961, sia pure con altre denominazioni, l’alternanza di vincitori nel novero delle glorie sportive e dei nomi, all’epoca più noti ed illustri dell’automobilismo, fu senz’altro un notevole elemento di risalto anche per una regione da valorizzare come l’Abruzzo. Certe iniziative, di ambito più pragmatico e di respiro sociale, come l’introduzione di una tariffa ridotta a livello ferroviario – volta all’obiettivo di favorire i collegamenti e l’accesso all’evento dai più distanti angoli del Paese tutto – seppero offrire una forma di notorietà e una tipologia d’immagine avvenirista, anche a livello internazionale.
L’amichevole incontro commemorativo si è concluso con la menzione che Giacomo Acerbo, il ministro del governo Mussolini fondatore e organizzatore della corsa si piccava di essere conosciuto ed accolto, in ambito internazionale, più per i suoi meriti sportivi che quale studioso, accademico e uomo politico. Meriti e attribuzioni che, nell’atmosfera festosa della serata, sono stati ricordati dal giornalista Franco Farias, che ha commentato una proiezione rievocativa della corsa, e dagli scrittori Francesco Santuccione e Paolo Smoglica, coautori del libro Il Circuito di Pescara”.

Giorgio Di Carlo

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